Sermoneta: Monticchio diventa“Monumento naturale”
Il Comune di Sermoneta chiede alla Regione di riconoscere l’area della torre di Monticchio e delle sorgenti come “Monumento naturale”, inteso come habitat o ambiente di limitata estensione che presenti caratteristiche di rilevante interesse naturalistico e/o scientifico. Un atto necessario per poter affidare alla Regione la tutela di uno dei simboli di Sermoneta, attualmente di proprietà privata, inserendola nell’elenco dell’Agenzia Regionale Parchi. La proposta di delibera, voluta fortemente dal Sindaco Claudio Damiano, è stata approvata all’unanimità nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale. Da tempo è iniziata una proficua collaborazione con la sezione di Latina di Italia Nostra per ottenere questo importante riconoscimento, che va a riconoscere un’area di pregio conosciuta a pochi. Non solo sotto il profilo storico, che conta la torre e la “macchina dell’acqua” dei Caetani, ma anche un insieme di ambienti naturali spettacolari, diventati habitat per esemplari di flora e di fauna. “Esplorando il Monticchio, aldilà dei fenomeni geologici e delle specie vegetali e animali presenti – si legge nella relazione redatta da Italia Nostra – si scopre un’articolazione di ambienti e scorci visivi, unici nel paesaggio pontino. Brandelli calcarei, speroni e lastricati residuali che, saturi d’acqua, creano condizioni ecologiche del tutto peculiari: le sorgenti puntuali (alcune anche mineralizzate come il Cacarello), i fossi drenanti (sorgenti lineari), un vero e proprio tratto di torrente (il fosso della Regina nel suo tratto iniziale) per la quantità d’acqua, la velocità della corrente, per le bianche sabbie sul fondo, ma soprattutto per l’affioramento di roccia in una macchia boscata; poi ancora rive densamente vegetate, lembi di prati umidi su pavimenti calcarei (fondo della cava e detrito di risulta), stagni laminari effimeri, profondi laghetti sorgivi (Acqua Turchina). “Ruderi” di natura che, a differenza dei resti archeologici destinati spesso a deperire definitivamente, sono qui in grado di rigenerarsi e creare nuovi ambienti vitali, habitat ed ecosistemi, grazie al contatto tra l’acqua abbondante e la pietra, anche quando questa giace demolita e frantumata sul fondo della cava abbandonata”. Un vero e proprio tesoro storico e naturale che il Sindaco Damiano e la sua Amministrazione vuole preservare, proteggere e valorizzare. “Grazie alla collaborazione con Italia Nostra – spiega Claudio Damiano – e le associazioni ambientaliste e venatorie vogliamo raggiungere questo straordinario risultato, un punto di svolta per la tutela ambientale del nostro territorio”.