Psicologia: Il lutto di un genitore, un grande trauma per un bambino.
a cura della Dr.ssa Alessia Micoli
La morte di una persona cara provoca nella vita di un bimbo un dolore molto forte e duraturo e può raffigurare un fattore di rischio per il successivo sviluppo. Il lutto è una risposta fisiologica e normale alla perdita, che si caratterizza per un’alterazione temporanea dell’equilibrio psicofisico individuale. Galimberti afferma che: “stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo, che ha fatto parte integrante dell’esistenza. La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona, la separazione geografica, l’abbandono di un luogo, o interno, come il chiudersi di una prospettiva, la perdita della propria immagine sociale, un fallimento personale e simili”. A causa del lutto si infrange il presupposto basilare per lo sviluppo di un attaccamento sicuro, la presenza costante del genitore. I bambini più piccoli possono essere molto confusi e non capire quello che sta accadendo. Questo ha un importante impatto sullo sviluppo del senso di sicurezza personale poiché il bambino non ha ancora stabilito un senso di sé autonomo e indipendente dalla protezione. È importante riuscire a sostenere il bambino con il suo linguaggio; si deve sempre tenere a mente che, sebbene l’età, il bambino ha la capacità di porsi domande su sé stesso, su quanto gli accade intorno e sul proprio futuro. Spesso ci si interroga sul far partecipare il bambino al funerale del proprio genitore. Sappiamo che il funerale è un importante rituale per la separazione, il bambino deve essere preparato a questo evento nel caso si dovesse decidere di farlo presenziare. Il bambino dovrebbe partecipare a tutte le occasioni importanti che si presentano alla famiglia, ma elaborando ogni tappa. La letteratura scientifica ribadisce che le reazioni dei bambini al lutto possono peggiorare molto quando il genitore rimasto tende a respingere la sofferenza propria e la sofferenza del bambino. Spesso si ricorre ad uno psicologo, il quale deve lavorare sulla sofferenza che l’evento luttuoso ha suscitato per poter avviare un adeguato processo di elaborazione.