Psicologia: Gestire l’adolescenza
a cura della dr.ssa Alessia Micoli, psicologa
L’adolescenza è un periodo molto travagliato ed a volte difficile psicologicamente, sia per il minore che per il genitore; è un periodo di transizione dall’infanzia verso l’età adulta caratterizzato da rilevanti variazioni ormonali, dalla mutazione del corpo, con cambiamenti psicologici e modifiche dei rapporti relazionali, inoltre, si consolidano degli stili comportamentali nuovi. Questo periodo, viene designato dagli studiosi, come un iter che inizia a 11 anni e termina verso i 20, può perdurare anche più anni. In questa fase predomina la sperimentazione di sé, si inizia a costruire la personalità, incomincia a prendere vita il processo di individuazione, che la maggior parte delle volte è accompagnato da sentimenti di isolamento, di solitudine, di disorientamento. È come se si assistesse ad una seconda nascita del figlio e molti genitori hanno difficoltà ad accettare questo passaggio in quanto si rendono conto che il figlio non dipende più da loro. Aumentano i comportamenti a rischio, in quanto la ricerca di sensazioni nuove e forti può portare ad una ricerca spasmodica di nuove e forti situazioni, che a volte potrebbero essere dannosi per la salute propria. Per i genitori diviene un compito molto arduo il gestire l’adolescenza, devono fare in modo di ricordare a sé stessi che il loro ruolo è quello di una guida e non dei migliori amici; in quanto è molto importante avere una buona comunicazione con i figli, ma i genitori non devono assecondare le richieste dei figli, condizione che spesso avviene in quanto vi è la paura che si modifichi il dialogo, che i figli non accettino le regole, che inizino a raccontare e ad aprirsi sempre meno. Il compito del genitore è quello di educare. I consigli per il genitore di un’adolescente che deve riuscire a gestire questo periodo, sono molti: egli deve promuovere una comunicazione efficace con il proprio figlio, ascoltandolo, cercando di essere presente psicologicamente quando il figlio chiede un consiglio, non deve fare il confronto con altri adolescenti, non deve immedesimarsi e quindi identificarsi nel figlio (potrebbe rischiare di confondere la propria vita con quella del figlio), evitare le litigate cercando di parlare in maniera pacata, deve avere una grande pazienza, deve far mantenere le regole stabilite, deve continuare a punire i comportamenti sbagliati e premiare i buoni comportamenti messi in atto dal figlio.