Psicologia: Chi è l’adolescente?
a cura della dr.ssa Alessia Micoli, psicologa
L’adolescenza è da sempre considerata una fase delicata e travagliata della vita che vede come protagonisti i minorenni di età compresa tra gli undici ed i ventiquattro anni; attualmente, non per tutti gli adolescenti i tempi sono così scanditi, poiché per alcuni può prolungarsi molto. È una fase di passaggio tra l’età infantile ed il mondo adulto, è molto spesso un periodo molto delicato, in cui l’adolescente che vede il proprio corpo mutare, ed è alla ricerca della propria identità, in preda a grandi crisi e forti emozioni. Essere adolescenti, al giorno d’oggi, non è semplice in quanto si esce dal periodo dell’infanzia e si entra in quello del mondo degli adulti, in un momento in cui le figure genitoriali hanno un ruolo molto particolare e sono molte diverse dalle figure genitoriali di un tempo, in cui non si dava molto spazio alla comunicazione tra i componenti del nucleo familiare. Di solito il periodo adolescenziale incomincia con la maturità sessuale; nelle ragazze questa fase inizia intorno agli 11-12 anni, mentre nei maschi tra i 12 e i 13 anni. L’adolescente vive sentimenti contrapposti, in cui si sente invulnerabile, spesso triste in quanto esposto a vari stimoli, alla ricerca di nuove emozioni e spesso anche di azioni trasgressive che lo fanno sentire più grande, difatti sono gli anni della prima sigaretta, della prima uscita di sera, delle prime serate in discoteca; ove il confronto con il gruppo diviene importantissimo. Il gruppo, però, non è solo motivo di confronto ma anche di conforto per l’adolescente, date le varie fluttuazioni emotive, in cui il minorenne, spesso, si sente solo ed ha bisogno di avere delle relazioni sociali che lo gratifichino. In questo periodo la formazione di nuove amicizie è basilare perché evidenzia il bisogno di accettazione e del sostegno della propria autostima; gli altri offrono un supporto reciproco, aiutandosi a vicenda nell’esplorazione del mondo esterno. L’isolamento sociale può divenire un grande problema e può generare ansia, attacchi di panico o degli stati depressivi. Il “sentirsi solo” se non è elaborato in maniera adeguata, ovvero se l’adolescente non comprende l’importanza di tutti coloro che gli ruotano intorno: il sostegno emotivo dei genitori, dei fratelli (ove vi siano) i compagni del gruppo classe, i ragazzi con il quale fa sport, gli amici di infanzia; non solamente quelli che lui ha deciso siano la propria comitiva e, magari, che frequenta solo nell’uscita del sabato.