Psicologia: andare dallo psicologo per separarsi
a cura della dr.ssa Alessia Micoli
Quando una coppia decide di porre fine al proprio rapporto, al proprio progetto di vita, deve superare molti ostacoli oltre ad un forte impatto psicologico che può allargarsi a tutti i componenti della famiglia, non solo ai figli ma anche alle famiglie di origine.
Infatti il dover elaborare la fine di una relazione è un processo molto travagliato e delicato perché espone la persona alle proprie profonde fragilità e paure, cercando di preservare la prole, anche se non tutti vi riescono, perché impegnati alla riorganizzazione della propria vita e di quella della famiglia.
Quando i coniugi decidono di interrompere l’iter della coppia, entrambe iniziano a percepire una sensazione di distacco dalla situazione familiare, che può protrarsi anche sui figli.
Le tappe emotive di ogni separazione, che devono essere elaborate dalla coppia, sono sei: la negazione, la rabbia, la negoziazione, la depressione, e l’accettazione.
Il sostegno psicologico e la psicoterapia possono aiutare molto gli individui a riuscire ad affrontare la separazione, gestire le emozioni e l’angoscia che ne consegue, creare un proprio spazio e riprendere in mano la propria vita.
Richiedere un aiuto professionale non è facile, ma lo psicologo può apportare un valido ed importante aiuto per riuscire a supportare un dolore emotivo e riuscire a prevenire delle forme di disagio più importanti, quali la depressione, l’ansia e gli attacchi di panico.
Lo psicologo, che ha una formazione ed un’esperienza adeguata ed una veduta più ampia circa la storia della famiglia, può intervenire utilmente almeno in varie maniere differenti per aiutare la famiglia, a seconda della conflittualità della coppia.
Il lavoro psicologico è un lavoro che cambia e può mutare in base alle esigenze della persona e della coppia, attraverso: la mediazione familiare, che fornisce la possibilità alla coppia di potersi parlare, confrontare e soprattutto ascoltarsi; tramite il sostegno psicologico, che permette di uscire dalla conflittualità e di riprendere le proprie risorse; come coordinatore genitoriale, che aiuta la coppia nella gestione dei figli e come consulente tecnico di parte (C. T. P.), all’interno di una consulenza tecnica di ufficio (C. T. U.), disposta dal Giudice.