Pro-lockdown vs Anti-lockdown: il conflitto sociale che ci spinge nel baratro
Lettera aperta del Dott. Nunzio Bonaventura Psicologo, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale che analizza il nostro tempo, ponendo l’accento sui disordini, le minacce, la repressione, le paure e la diffidenza che minacciano la democrazia e il nostro futuro
Leggendo i commenti sui social riguardo le manifestazioni di protesta in corso in questi giorni in Italia e all’estero, si riscontra una dialettica accesa e molto aggressiva, nei riguardi dello Stato, dei suoi rappresentanti. Questa forma di conflitto potrebbe essere il presupposto per una irrimediabile frammentazione dei tessuti sociali ed economici dell’Italia, dell’Europa e di molte nazioni del mondo. Il conflitto tra le categorie sociali a cui è stato imposto il Lockdown Parziale e quelle che ne sono state dispensate non è determinato soltanto dalla disparità di trattamento avvertita dalle prime nei confronti delle seconde, piuttosto esso è causato dalle supposte o effettive conseguenze sanitarie negative e di instabilità sociale attribuite alle manifestazioni di protesta delle categorie
sociali a cui è stato imposto il Lockdown Parziale. Generalmente, hanno risentimento verso lo Stato e i suoi rappresentanti e sono a favore delle proteste le categorie sociali a cui il Lockdown Parziale è stato imposto, quelle della loro filiera di prodotti e servizi e tutto il personale impiegato. Ad essere in parte risentiti e a favore delle proteste, sono però anche le categorie che si sentono in qualche modo “psicologicamente” assimilabili a quelle appena citate, perché la loro attività lavorativa è sostanzialmente basata su un certo grado di rischio personale, economico e di impresa. Mi riferisco agli imprenditori, ai liberi professionisti, agli artigiani e, in generale, alle categorie sociali che non sono direttamente stipendiate dallo Stato. Non è poi da trascurare la ricaduta, in termini di danno economico, della ridotta potenzialità di spesa in prodotti, beni e servizi della categoria sociale che ha subito il Lockdown Parziale. Questa riduzione della spesa andrà ad incidere negativamente sul reddito di altre categorie sociali a cui non è stato applicato direttamente il Lockdown Parziale. Come conseguenza aumenterà presumibilmente la diffusione del malcontento, della frustrazione e della rabbia, con incremento del disagio economico e sociale delle categorie coinvolte, ma, di riflesso, anche delle altre categorie sociali. Anche se lo Stato si impegnerà ad elargire forme economiche di rimborso alle categorie sottoposte a Lockdown Parziale, i rimborsi non potranno mai essere tali da coprire totalmente il danno economico e la perdita potenziale di clientela da esse subite. Inoltre, non sarà prevista nessuna forma di rimborso statale per i mancati guadagni delle molte altre categorie sociali, difficilmente identificabili, danneggiate economicamente dal calo delle spese e dei consumi delle categorie in Lockdown Parziale. L’effetto diretto sarà quello di una crescita aggiuntiva della conflittualità di tali categorie sociali con lo Stato e i suoi rappresentanti e con tutti coloro che ne difendono le istanze, ne avallano le scelte e l’operato. La mia ipotesi, che mi auguro non debba mai verificarsi, ma che reputo più che plausibile, è quella che il conflitto sociale Pro-Lockdown vs Anti-Lockdown si cronicizzi, acutizzi e velocemente assimili in sé tutte le altre possibili forme di conflitto sociale. La conseguenza più prevedibile sarà l’incremento esponenziale dei disordini sociali, i quali indurranno le categorie sociali che si sentono più minacciate a richiedere espressamente una tutela diretta da parte dello Stato, la quale si concretizzerà, in breve tempo, in una inevitabile estensione dei controlli e del dominio nelle nostre strade delle Forze di Polizia e dell’Esercito. Nonostante le buone intenzioni degli Organi dello Stato e dei loro rappresentanti, la storia ci insegna che quando la Polizia e l’Esercito sono massicciamente impiegati, la tenuta della democrazia e la tutela delle libertà garantite dalla costituzione sono pericolosamente messe a rischio. Desidero concludere questo lungo articolo con due accorati appelli. Il primo appello è diretto agli Organi dello Stato, ai loro rappresentanti e al Comitato Tecnico-Scientifico affinché studino e valutino con estrema attenzione l’impatto complessivo del Lockdown Totale e Parziale (con particolare attenzione a quest’ultimo e alle categorie alle quali è imposto) sul benessere della popolazione (il quale deve essere inteso equamente dal punto di vista della salute fisica, psicologica e spirituale), sulle conseguenze socioeconomiche, sulla tenuta del tessuto sociale, della democrazia e delle libertà costituzionali. L’altro appello è rivolto a tutte le categorie sociali, in particolare a quelle soggette al Lockdown Parziale, affinché esse, superino lo sconforto e la disperazione, si uniscano insieme e trovino forme di protesta e di proposta che evitino assolutamente derive socialmente aggressive o che possano essere oggetto di strumentalizzazione da parte di gruppi eversivi e giustifichino la richiesta alle istituzioni di un controllo di polizia e militare potenzialmente preoccupante. Forse siamo ancora in tempo!