Mario Pisanti: il Campione imbattuto
Trentaquattro anni, cinque volte campione assoluto d’Italia pesi piuma dilettanti, sedici anni di passione, sangue e dedizione. Un destino inequivocabile e una missione: diventare il più forte ed imbattibile. Lo scopre per caso Gino Mariotti, padre putativo del pugilato pontino, scomparso lo scorso settembre. “Il Presidente” intuisce il talento scovato dentro le mura della sua Cisterna, e gli procura il primo incontro dopo pochissimi mesi di allenamenti. Mario ci racconta di quante ne abbia prese, in quell’occasione e solo in quella. Sottolinea il dolore, la sconfitta, la voglia di mollare. La figura di Mariotti torna prepotente in quella che sarà la storia di un grandissimo campione che insiste per continuare ad allenarlo, insiste per farlo tornare a combattere. E’ allora che Pisanti reagisce e decide di tornare sul ring, a patto di una rivincita con l’avversario che lo aveva battuto. Da quell’incontro, il pugilato italiano spiana la strada alla sua nuova stella, a colui che possiederà il titolo Italiano, imbattuto. La boxe è uno sport crudo, che ti tempra corpo e mente. Cosa ha cambiato dentro di te? “Indubbiamente mi ha fortificato. La timidezza è scomparsa, il senso d’insicurezza svanito. Quando combatti sai di essere tu e solo tu. La paura è sempre presente, ti sta accanto come una compagna di viaggio, ma gestirla ti aiuta a non fare errori. Sai che se t’impegni e fai bene, tutto ti ritornerà. Il pugilato t’insegna che per raggiungere i tuoi obiettivi devi sacrificarti molto. L’autocontrollo diventa la tua dote migliore”. In merito ai sacrifici, quali sono i più evidenti? “Quelli a ridosso degli incontri, ma di sacrifici ne ho fatti tantissimi. Cominciare, sin da subito, ad alti livelli mi ha messo davanti scelte semplici ma precise. Non puoi fare tardi come un adolescente normale, o bere, o mangiare in maniera scorretta. Tutte abitudini scontate per un sedicenne, ma non per chi deve disputare uno sport come questo. Bisogna stare attenti a non ammalarsi, per arrivare a ridosso delle dispute nel migliore dei modi. In realtà si è solo orientati ad una vita sana.” Quali sono i tuoi riti scaramantici prima di ogni match, se ne hai? “Non sono propriamente una persona che si possa definire superstiziosa. Tendo ad usare le stesse fascette ad ogni gara, è vero. Ma più che altro tendo ad essere perfettamente comodo e a mio agio con le calzature e l’abbigliamento occorrenti. Non voglio recriminarmi di aver sbagliato, solo perché non ho scelto la modalità più pratica per combattere.” Quali sono i tuoi obiettivi futuri? “Il titolo Europeo. Incontro dapprima fissato per il 10 ottobre, poi rimandato al 29 dicembre, ed ora al 28 dicembre, ancora da confermare. Una situazione di pressione da gestire, anche quando rimandano gli incontri una settimana prima della data stabilita.” Dunque speriamo sia di buon auspicio questa sorta di viaggio tra “Profeti in Patria”: grandissime personalità dello sport nate all’interno del circuito provinciale, che vantiamo orgogliosi. Quindi, Forza Mario!
di Paola Cimaroli