“L’isola che non c’è”, il libro di Nino Benvenuti

“L’isola che non c’è”, il libro di Nino Benvenuti
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E’ stato presentato sabato sera, 5 luglio, in Piazza del Popolo a Latina, grazie al Panathlon Club di Latina, nella persona del presidente Gervasio Marini, con il patrocinio dell’Assessorato allo Sport del Comune di Latina, il libro scritto a due mani “L’isola che non c’è”, a salire sul palco è stato Nino Benvenuti e Mauro Grimaldi. “Molti sapevano – dice oggi Benvenuti – e non hanno fatto nulla. Se non indignarsi quando ormai non serviva più”. Il racconto, che parte dall’infanzia, si ferma al giorno della conquista dell’oro olimpico, nel 1960 a Roma. Nel libro si legge la tenacia in cui le glorie umane e civili non sono certamente inferiori a quelle politiche e militari. L’ambito sportivo non fa eccezione: Nino Benvenuti, campione del mondo dei pesi medi ed oro olimpico, è una delle icone più significative, e d’insostituibile popolarità nella memoria collettiva. Quindi, si deve salutare con compiacimento questo suo impegno editoriale, scritto a quattro mani con Mauro Grimaldi, nel lodevole intento di testimoniare un’esperienza irripetibile, anzitutto nella sua qualità di Esule. Il volume, fatto di frasi brevi e concise, in perfetto stile tacitiano, si legge davvero bene e sarebbe interessante proporlo in primo luogo a coloro che non sanno, e soprattutto ai giovani. In un’epoca come la nostra, governata da un agnosticismo dilagante e da un triste relativismo materialista, è importante comprendere quanto abbiano potuto, nel caso esemplare di Nino, la forza trainante della volontà, uno stile di vita aperto e leale. All’interno del libro la storia di un grande Uomo di sport, ma grande Esule. Il campione del mondo di boxe racconta con indomita partecipazione, ma nello stesso tempo “senza odio” le dolorose traversie della sua famiglia e le sorti ben peggiori di tanti suoi concittadini e conterranei, Vittime innocenti del terrorismo comunista programmato dai partigiani di Tito in quel disegno di pulizia etnica. Da buon campione di pugilato, Nino non lesina colpi: non già ai Griffith o ai Monzon, cui riserva, al contrario, parole di comprensione e di leale affetto conformi ai comportamenti che ha sempre avuto nei rapporti con gli antichi avversari. Invece, gli strali più acuti e condivisibili sono quelli rivolti a chi si rese responsabile di un vero e proprio genocidio, ed a chi si fece sistematicamente a lungamente sordo al grido di dolore degli Esuli istriani, fiumani e dalmati. Nino Benvenuti ha saputo incantare la platea presente e lo stesso presidente del Panathlon Club, Gervasio Marini, nel salutare l’uomo Benvenuti ha detto: “Benvenuti è uno di quegli Uomini che, se non fossero esistiti, si sarebbe dovuto inventarli”.


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