Latina: al via con le “abbuffate alcoliche tra giovani”
“Ci si vede zona pub”, magari a prendere un drink con gli amici e ritrovarsi per caso nel bel mezzo di una rissa. Questo è il timore di chi come me a volte ha desiderio di fare una passeggiata tra i deliziosi locali di Latina. E’ di poche settimane fa la maxi retata di controllo nei locali della zona. Sono state impegnate 12 pattuglie di polizia e carabinieri. 166 persone identificate; 20 auto controllate ; 5 multe; 18 etilometri e 6 locali ispezionati. Una zona blindata, a volte. Un luogo dove non sai mai cosa può succedere, dove l’alcol è ahimè abusato e ridicolizzato. Non è catastrofismo il mio ma pura realtà. E allora ecco che ti sale la curiosità di osservare quei giovani spesso ‘traballanti’ che del loro tempo prezioso non sanno che farne e che invece di apprezzare gli spazi comuni di socializzazione li oscurano e li rendono a volte invalicabili. Il motivo? La noia, l’esigenza di trasgressione o puro egocentrismo? 7 milioni e 464 mila persone in Italia, consumano alcol giornalmente in modo non moderato. Un’interessante ricerca svolta da Eurispes e Telefono azzurro evidenzia che nel 2012, il 64,6% della popolazione tra gli 11 e i 18 ha consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno. Di questi, il 51,9% beve vino, il 45,8% birra e il 40,5% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori; consuma vino tutti i giorni il 21,5% e birra il 4,1%. Un’analisi di confronto tra le opinioni dei genitori e le dichiarazioni dei figli ha mostrato che i genitori tendono a sottostimare l’abitudine dei figli ad ubriacarsi: l’85,3% dei genitori ritiene che i figli non lo facciano, mentre solo il 72,7% dei ragazzi che dichiara di non ubriacarsi mai. Secondo l’ISTAT, i giovani tra 14 e 17 anni che consumano bevande alcoliche al di fuori dei pasti sono stati il 18,8%, dato cresciuto negli anni (nel 2000 erano il 15,5%). Le abitudini e gli stili di vita connessi al consumo di alcol sono cambiati: contrariamente all’opinione comune, i luoghi in cui si registra più frequentemente l’abuso di alcol non sono le discoteche, ma le feste private, dove l’alcol è disponibile in quantità notevoli e a basso costo. Una moda che sta sempre più prendendo piede è il binge drinking giovanile (18-24 anni): il 14,8% dei giovani (20,1% dei maschi e 9,1% delle femmine) soprattutto nei momenti di socializzazione. Ma cos’è il binge drinking? E’ uno dei più grandi problemi di salute al giorno d’oggi. E’ l’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita, l’obiettivo è l’ubriacatura immediata e la conseguente perdita di controllo che spesso è associato al compimento di un reato, piccolo o grande che sia. Il binge drinking è molto comune tra le persone di sesso maschile, colpisce durante l’adolescenza ed in prossimità della maturità. Il binge drinking è devastante sul corpo da un punto di vista neurologico, cardiaco, gastrointestinale, ematico, immunitario, endocrino e muscolo-scheletrico al pari degli altri fattori di rischio per la salute mentale. Secondo una recente ricerca i giovani bevono perché:
1. è divertente (36%)
2. disinibisce (25%)
3. rende felici (25%)
4. fa dimenticare i problemi (14%)
Altri motivi comprendono la socializzazione, la suggestione e l’erotismo. Il binge drinking è spesso associato a ridotte relazioni amicali, incidenti, vandalismo, violenza, dispersione scolastica e altri problemi sociali. E’ anche correlato alla crescente attività sessuale non protetta. I binge drinker devono perdere il controllo per emergere e immortalano spesso tutto quello che dicono o fanno all’interno dei social network più blasonati, sentendosi così importanti in un solo clic. Migliaia i seguaci e il successo mediatico in diretta. Il ragazzo trasporta le sue ‘avventure’ sul web distaccandosene immediatamente. L’azione trasgressiva in questo modo diventa di dominio pubblico e il giovane si sente in un certo modo ‘assolto’ dal reato che ha appena compiuto. E’ una dinamica giovanile a dir poco contorta ma sempre più in aumento e che evidenzia come la temuta vita reale, sia quindi solo una perdita di tempo, un accumulo di ansie inutili e di responsabilità. L’obiettivo finale è quindi quello di fuggire dalla realtà per far seguire alla sbornia dell’alcol la sbornia virtuale, senza alcuna soluzione di continuità.