La sfida dei genitori moderni
a cura della dott.ssa Alessia Micoli, psicologa
L’adolescenza è il periodo dell’incertezza, della trasformazione, della perenne insoddisfazione e della precarietà esistenziale. Questa fase, transitoria, che porta con sé molti cambiamenti, crea molte problematiche non solo agli adolescenti, che sono alla ricerca della propria identità, ma anche a coloro che devono fornire risposte per la costruzione di questa, ovvero gli adulti di riferimento. Non è semplice fare il genitore oggi, ove le sfide sono molteplici; siamo consapevoli che non esiste il “genitore perfetto”, ma ciò non toglie che l’impegno della funzione educativa, riuscirà a portare dei benefici. La società pare impartire cose totalmente diverse da quelle che vengono insegnate in
famiglia; ma i genitori devono impegnarsi a conoscere, innanzitutto la società di oggi, i nuovi status simbol a cui i giovani si ispirano ed a conoscere il mondo virtuale. I tempi sono cambiati; un tempo sembrava che l’interesse per il minore fosse minimo e che si cercava di soddisfare solamente i bisogni più importanti quali lo studio e l’alimentazione. Siamo passati dal giovane di un tempo che passava i pomeriggi in cortile dietro ad un pallone o con la bicicletta a giovani “imbambolati” dietro un pc che “smanettano”, giocano online urlando ed inveendo contro l’amico- nemico. Anche la socializzazione è totalmente mutata, con l’avvento dei media si è perso il contatto sociale, i nostri giovani non sanno più comunicare. Oggi accade l’opposto e si arriva a vedere dei genitori che svolgono il ruolo dell’amico per promuovere una migliore comunicazione con il figlio; altri genitori che passano molto tempo con i figli non riuscendo a comunicare in maniera positiva. Tanti i genitori che si trovano in confusione e disorientati di fronte ai comportamenti dei figli, che non riescono a comprendere e ad interpretare. È importante fissare delle regole, lavorare sulla propria autonomia e quando vediamo che gli sforzi sembrano essere vani ci si deve far aiutare, ma l’importante è il non considerare l’aiuto come una sorta di medicalizzazione della “via di uscita”, ma come uno stimolo maggiore ed un potenziamento delle proprie abilità. Ricordiamoci che la famiglia, che ha perso l’autorità che aveva in passato, ma nonostante tutto ci si deve impegnare per farla rimanere l’unità fondamentale della vita quotidiana.