Io non so odiare, un toccante omaggio
Lo spettacolo teatrale “Io non so odiare” portato in scena dall’attrice Mena Vasellino è un omaggio alla straordinaria figura di Esther Hillesum, una scrittrice olandese di origine ebraica, vittima della Shoah nel 70° anno della sua scomparsa, avvenuta proprio ad Auschwitz il 30 novembre 1943. Etty, tutti la chiamavano così, era una donna dalla vivace intelligenza, brillante e ricca d’interessi. Lo spettacolo, proposto da Mena Vasellino per la regia di Palma Spina, alle scuole del territorio, è un monologo liberamente tratto dal diario e dalle lettere di Etty Hillesum e, rappresenta per gli studenti un valido strumento didattico e di conoscenza degli eventi dell’Olocausto. La pièce è ambientata nell’Olanda del 1942 e precisamente nell’ufficio dove, Etty Hillesum, lavora come dattilografa, presso il Consiglio Ebraico di Amsterdam, quando comprese il piano delirante di Hitler, si fece trasferire nel campo di Westerbork, luogo di raccolta e smistamento per gli ebrei prigionieri ed iniziò a lavorare al dipartimento di aiuto sociale alle persone in transito. In quanto membro del Consiglio Ebraico, godeva di una certa libertà, si muoveva tranquillamente nel campo, aveva contatti con l’esterno e scrisse le lettere che sono giunte fino a noi. In una delle sue visite ad Amsterdam, rifiutò l’aiuto dei suoi amici che volevano nasconderla ed evitarle la possibile deportazione ma lei, caparbiamente e lucidamente, decise di tornare al campo per stare con la sua famiglia e la sua gente. Prima, però, affidò ad un’amica gli 11 quaderni del diario che aveva iniziato a scrivere l’8 marzo del 1941 chiedendole di darli allo scrittore Klaas Smelik per pubblicarli alla fine della guerra, qualora lei non fosse tornata. Nel luglio del ‘43 le autorità tedesche posero fine allo statuto speciale dei membri del Consiglio Ebraico presenti nel campo di Westerbork stabilendo che metà di loro doveva tornare ad Amsterdam e gli altri rimanere nel campo, perdendo però ogni libertà di circolazione e comunicazione con l’esterno. Il 7 settembre 1943 la famiglia Hillesum salì su un convoglio diretto in Polonia. Dal treno Etty riuscì a gettare un biglietto che sarà ritrovato lungo la linea ferroviaria e spedito all’amica cui lo indirizzava: “ Trovo bella la vita, e mi sento libera. I cieli si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile, ma non è grave.” Era il suo ultimo scritto. “Io non so odiare” il monologo di Mena Vasellino per la regia di Palma Spina, sta facendo il giro delle scuole della città, cercate di non perderlo.