Il “sogno americano” di MaGa Production

Il “sogno americano” di MaGa Production
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Mi piace venire a conoscenza di nuove eccellenze sul nostro territorio, non mi piace l’indifferenza degli operatori culturali, della gente, dei media e delle istituzioni nei confronti di chi si merita di emergere. Una sera per caso ho incontrato Massimo Ferrari e Gaia Capurso, entrambi di Latina, giovani ideatori di MaGa Production, una casa di produzione che opera a livello nazionale ed internazionale nel settore televisivo e cinematografico e che negli anni ha instaurato prestigiose collaborazioni con Cinecittà Enterteinment e Filmmaster Television.

Per questi due grandi gruppi televisivi la MaGa Production ha curato importanti documentari su famosi attori e registri italiani del calibro di Sophia Loren, Roberto Benigni, Alberto Sordi, Dino Risi, Totò e Ugo Tognazzi, andati in onda su Sky cinema, La7 e Rete 4. Ha inoltre curato video e promo istituzionali per interessanti società ed eventi quali: Cinecittà Studios, Costa Crociere, Premio David Donatello, Sfilate Alta Roma, Capri Art Film Festival. Grande successo poi con il docu-film Lady Asl, in merito ai fatti di corruzione legati alla sanità pubblica laziale.

Gaia e Massimo sono da poco tornati da New York, dove con “ The women workers the war” (un documentario dedicato alle donne della Fabbrica Tacconi Sud, occupata per ben 550 giorni) hanno ritirato il premio “best documentary feature 2013 – New York”.

Cosa vi ha spinto a creare MaGa Production?

Gaia: La voglia di dimostrare a noi stessi che era il momento di camminare con le nostre gambe!

Massimo: E anche la voglia di combinare le iniziali dei nostri nomi… Suonava bene MaGa… A parte gli scherzi, si arriva ad un punto in cui ti sembra che devi trovare la strada per fare al meglio quello che vorresti e la nascita della società è uno strumento che ti permette di farlo… Poi certo molto dipende dal sistema di distribuzione televisiva, cinematografica e home video del nostro Paese che è molto complicato, ma questo sarebbe un discorso molto lungo e complesso…

Qual è stato il documentario più emozionante che avete prodotto e ideato?

G: Chiaramente tutti hanno significato un percorso emozionante ed umano molto intenso. Ma forse il documentario su e con Roberto Benigni per me è stato il più emozionante, perché lui è una persona emozionante.

M: E’ emozionante iniziare il percorso creativo e conoscitivo, penso che sarebbe una bella risposta per questo direi “il prossimo” e soprattutto una risposta molto vicina al vero… Ma se proprio devo dirne uno del passato direi l’ultimo, The Women Workers’War (Atlantis nella versione italiana), non per il premio ricevuto a New York, quanto per la difficoltà che ha significato produrlo e girarlo nonostante tutto, crederci, costruirlo, mentre insieme alle protagoniste della storia provavamo a costruire un significato…

Siete tornati da poco dagli Stati Uniti per ritirare un ambizioso premio, ce ne volete parlare?

G: Siamo al settimo cielo! Conquistare il pubblico di New York è stata un’emozione e una soddisfazione grandissima: vedere che, in un paese in cui il lavoro funziona in una maniera completamente differente dalla nostra, il pubblico in sala partecipava e si emozionava durante la proiezione è stato fantastico.

M: Il premio è stato la conferma di essere riusciti a parlare un linguaggio universale, di essere riusciti a toccare delle corde comuni a tutti. L’applauso del pubblico americano alla fine della proiezione è stato davvero emozionante.

 

Senza ipocrisia, voi siete due eccellenze per la vostra città, Latina. Vi siete sentiti appoggiati e valorizzati all’interno del territorio?

G: No, la maggior parte delle persone della nostra città non ci conosce minimamente.

M: Non lo so, ma non abbiamo neanche fatto molto per cercare un appoggio o una valorizzazione. Queste cose non vanno cercate, arrivano col tempo e quando le persone hanno la possibilità di conoscere il tuo lavoro, se vale. Spero che si possa divulgare e conoscere quello che facciamo. Quando le persone hanno visto i nostri lavori, ci hanno apprezzato. Forse andrebbero trovati più modi e spazi di condivisione, a Latina e fuori….

Latina, scenograficamente parlando….

G: E’ un set naturale meraviglioso, pieno di spunti differenti.

M: Latina e la sua provincia contengono tanti set naturali, nel video promozionale che abbiamo fatto per la Latina Film Commission, abbiamo diviso la nostra provincia in quattro aree ideali, quattro spazi cinematografici naturali: Spazio metafisico – Spazio Storico – Spazio liquido e Spazio incantato.

 

Luisa Belardinelli


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