Il Gruppo di Protezione Civile “Passo Genovese”
Il Gruppo di Protezione civile “Passo Genovese” nasce il 16 settembre 2008 dalla volontà di Maurizio Iaiza, che oltre ad essere sempre in prima linea è anche il Presidente dell’associazione. Cosa ha portato alla fondazione del Gruppo? Due gli eventi che hanno scatenato la voglia di dare un contributo alla mia città. Il primo, quando facevo il servizio militare. Mentre camminavo per strada sotto la pioggia, si sono avvicinati a me due anziani che si sono offerti di darmi un passaggio, io ho accettato ma ho chiesto loro il perché di questo gesto. I due signori mi hanno risposto che avevano un figlio che stava facendo il servizio militare in Sardegna e hanno deciso di aiutare me con la speranza che qualcuno in caso di bisogno avesse fatto lo stesso con il figlio. L’altro è stato l’arrivo di una tromba d’aria che s’imbatté su Latina tanti anni fa e che butto giù tutti gli alberi che erano sulla strada del mare e causò molti danni alle case del lungomare. In quell’occasione mi resi conto che gli unici che potevano fare qualcosa erano i vigili del fuoco e in quel momento pensai…se potessi dare una mano! Da li ho sentito la necessità di fare qualcosa ed ho fondato questo gruppo. Perché vi chiamate “Passo Genovese”? Perché rappresenta la nostra storia, molti probabilmente, i più giovani, non la conoscono ma Passo Genovese è la storia di Borgo Sabotino. Durante la bonifica integrale tra gli anni ‘20 e ‘30, tutti i borghi della provincia hanno perso il loro nome originario e sono stati ri-battezzati con i nomi delle battaglie principali della Prima Guerra Mondiale. Borgo Sabotino si chiamava Passo Genovese, prima della bonifica, la zona era sotto lo Stato Pontificio, commerciava molto con i genovesi ed era nota in tutta Italia per tre aspetti strettamente legati alla palude:
– le bufale e la produzione di latte e mozzarelle.
– Il legname di tipo forte delle foreste dell’allora “Macchia di Cisterna”, soprattutto querce, che Genova utilizzava per costruire le sue imbarcazioni
– Il pesce di acqua dolce e salata che proveniva dai laghi, dagli stagni e dalle peschiere oltre che dal mare e che veniva trasportato a Roma, dove era molto apprezzato.
L’intenso commercio con i genovesi era anche dovuto allo scambio di minerali metallici che loro portavano qui dall’isola d’Elba per alimentare Le Ferriere di Conca. Un rapporto privilegiato che ha dato il nome alla zona, sancito anche a livello formale con lo Stato Pontificio anche a seguito di alcuni favori di guerra per i quali la Chiesa era debitrice. Borgo
Sabotino, fu costituito come villaggio di appoggio per i lavori di bonifica che si dovevano realizzare nella zona. Il ponte di Passo Genovese serviva a “scavalcare” i fossi (in particolare il Rio Giordanello) e a consentire il carico delle navi genovesi ormeggiate al largo, in mare. Non si tratta quindi, di un vero e proprio ponte ma di un pontile di carico, un molo ed un “braccio murario” di collegamento tra il mare ad una probabile strada posta sulla duna quaternaria. Uno dei più importanti lavori che il nostro gruppo ha fatto è stato proprio la pulizia e la riscoperta del ponte “Passo Genovese”. Nel 2009, i volontari dell’associazione decisero di ripulire il ponte da sterpi, arbusti e rifiuti per riportarlo alla luce, all’aria, a respirare, oggi fa parte di un percorso turistico. Quali sono le vostre principali attività? Il controllo ambientale su tutto il territorio, ma cerchiamo anche di dare un contributo a livello sociale. Abbiamo fatto servizio al dormitorio di Latina, i ragazzi hanno dato una mano alla cooperativa che gestiva il dormitorio e aiutato le persone che erano li, anche semplicemente con parole di conforto, perché anche di questo hanno bisogno. In questo momento stiamo facendo due cose importanti: abbiamo iniziato una raccolta fondi che ha come slogan “A noi chi ci pensa” e che porterà all’acquisto di una sonda utile in campo reumatologico ed immunologico, con questo macchinario sarà destinato al reparto di Reumatologia del Santa Maria Goretti, associato di medicina interna all’università di Roma “La Sapienza”, diretto dal Prof. Marino Paroli. Con la sonda sarà possibile diagnosticare malattie altrimenti non identificabili. Stiamo anche raccogliendo carrozzine, stampelle, pannoloni e traverse che distribuiamo fra chi ne ha bisogno in attesa che i canali ufficiali svolgano l’iter burocratico. Tutte le persone che vogliono contribuire possono chiamare il numero 366 24 47 273 o donare il 5×1000, il nostro codice fiscale è 91101990595. Se qualcuno fosse interessato a far parte del Gruppo Passo San Genovese cosa deve fare? Può venire da noi, provare per un paio di mesi le nostre attività, senza impegno, seguirci in quello che facciamo e poi può decidere. Per la richiesta di qualsiasi informazione si può scrivere a passo.genovese@libero.it