Il “Bispensiero” al tempo della pandemia
a cura del dott. Nunzio Bonaventura Psicologo, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
In questi giorni di grande confusione, paura e sconforto, essere consapevoli e critici verso tutte le forme e gli strumenti di comunicazione e di indottrinamento di massa costituisce una condizione irrinunciabile e un atteggiamento responsabile e maturo. Per comprendere che cosa sia il bispensiero e come attualmente si insinui subdolamente nelle nostra mente e ne modifichi il modo di elaborare le informazioni è necessario fare alcune premesse. Nel romanzo “1984” di George Orwell (pseudonimo del giornalista e scrittore britannico Eric Arthur Blair), i fantascientifici e fantapolitici meccanismi totalitari del controllo del pensiero del Partito del Grande Fratello (il Partito che vede e sa sempre tutto di tutti) si realizzano attraverso il controllo della realtà e sono recitati nello slogan “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. Nel suo romanzo visionario e utopicamente negativo, Orwell descrive una società futura che è proprio l’opposto di ciò che è desiderabile e nella quale il processo psicologico del bispensiero consente l’incompatibile e contemporanea capacità di sostenere una Tesi (un’idea, considerata vera, o viceversa falsa) e la sua Antitesi (il suo opposto, considerato falso, o viceversa vero). Questo fenomeno psicologico è ritenuto possibile a causa del simultaneo oblio, sia del cambio di opinione, sia dell’atto stesso di dimenticare. Per Orwell, il bispensiero è il processo fondamentale del sistema totalitario perché esso è capace di giustificare l’ingiustificabile, salvaguardando sempre l’ortodossia (coincidente con l’assenza di pensiero, con l’inconsapevolezza) e l’adesione costante ai dettami del partito dominante. Nel romanzo, una fantomatica infinita guerra tra stati e la paura di questi supposti nemici sono mantenuti e volutamente strumentalizzati per l’indottrinamento delle masse e per la manipolazione dei fatti del passato, attraverso una loro sistematica trasformazione o omissione. Un vero è proprio processo ipnotico, di continuo lavaggio del cervello, favorito dall’uso di un neolinguaggio costantemente mantenuto da cifre, da numeri sciorinati di continuo (mattino, pomeriggio, sera e notte), contemporaneamente e con tutti i mezzi di comunicazione, sulle grandi vittorie dell’Esercito del Partito, sul benessere che cresce sempre di più tra la popolazione e sulle confessioni ed esecuzioni capitali dei nemici del Partito. Tutto questo però a dispetto della verità storica, dell’aumento della sofferenza reale della popolazione e della incontestata inversione dei valori : “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”. Certo, si tratta solo di un romanzo fantascientifico, ma oggi quanto può essere attuale imparare a tutelarsi da un uso pericoloso e inconsapevole del bispensiero? A mio parere tanto, tantissimo. Dal mese di febbraio di quest’anno, con l’aumento della pandemia da Covid 19, ci siano abituati inconsapevolmente e progressivamente a considerare giuste e auspicabili un’infinità di Tesi che ci sono state proposte per poi considerare contemporaneamente giuste e auspicabili le loro Antitesi, agendo così distrattamente e automaticamente e dimenticando sia il cambio di opinione, sia l’atto stesso di dimenticare, entrambi necessari per la realizzazione del bispensiero orwelliano. Facciamo degli esempi concreti. Siamo stati obbligati, per contrastare la pandemia, a mettere la mascherina al volto dentro l’automobile se in compagnia di non conviventi (Tesi), ma contemporaneamente indotti ad accettare e considerare giusto e corretto il concetto (Antitesi) che l’uso della mascherina è efficace solo se si mantiene uno spazio tra le persone superiore ad un metro, o meglio due, e si provvede ad un opportuno ricambio d’aria nell’ambiente, condizioni entrambe, soprattutto d’inverno, non presenti in automobile. Un’altra Tesi giustamente accettata e condivisa è quella che bisogna entrare contingentati dentro i locali e le attività commerciali per evitare i contatti inopportuni, mentre contemporaneamente veniamo indotti, per necessità lavorative, scolastiche o altro, a servirci dei mezzi pubblici sovraffollati (Antitesi). Un altro esempio è quello di cogliere l’invito, durante l’estate, a non fare spostamenti per evitare il propagarsi della pandemia (Tesi), salvo accogliere con entusiasmo la proposta opposta di utilizzare il Bonus Vacanza per incentivare i viaggi e favorire la ripresa economica degli alberghi e del loro indotto (Antitesi). Veniamo convinti ad accettare la chiusura dei ristoranti, delle palestre, delle piscine e delle sale da ballo per contrastare le attività e gli sport che prevedono un contatto stretto, e la messa in quarantena di decine di persone nel caso in cui si scopra un positivo tra fruitori di tali servizi (Tesi) e, contemporaneamente, non troviamo incongruenti le partite di calcio e il contatto strettissimo tra i giocatori e, qualora si scoprisse positivo uno tra essi, tolleriamo acriticamente che la quarantena riguardi solo quest’ultimo e non tutte e due le squadre e tutti i loro seguiti (Antitesi). Ci spiegano e comprendiamo che i teatri e le sale da concerto possono essere ambienti potenziali di trasmissione dell’infezione e accettiamo il divieto di accesso a tali attività (Tesi), mentre non entriamo in contraddizione cognitiva quando osserviamo che sono lasciati accessibili i musei e le chiese (Antitesi). Ieri ci dicevano e convincevano che l’infezione era perfettamente sotto controllo e che non si sarebbe più dovuto subire alcun lockdown perché gli italiani si sono comportati in maniera irreprensibile e da esempio al mondo (Tesi), mentre oggi, le stesse persone, ci dicono e ci convincono che l’infezione è totalmente fuori controllo e che è necessario un altro lockdown a causa dei comportamenti smoderati e degli assembramenti dei giovani e della movida (Antitesi). Naturalmente, potrei continuare a fare centinaia di altri esempi, ma sono convinto che il concetto sia ormai chiaro: accettiamo automaticamente e acriticamente tutto e il contrario di tutto, dimenticandoci sia dei cambi di opinione, sia degli atti stessi di dimenticare, ma anche e soprattutto ci dimentichiamo di chi, come e quando, a fini strumentali e di propaganda, usa un linguaggio e attua intenzionalmente dei comportamenti che favoriscono lo sviluppo e il mantenimento del bispensiero orwelliano nella popolazione. Impariamo a proteggerci dall’uso del bispensiero e puniamo duramente con l’assenza del nostro consenso nei social e al seggio elettorale chi, al Governo o all’Opposizione, per le tematiche che riguardano la pandemia o per altre, si permette spudoratamente di continuare a giocare in questo modo con la nostra mente e, soprattutto, con quella dei nostri figli.