Fondi Strutturali Europei: impariamo a non sprecarli!
Oggi una nota polemica per i nostri lettori. L’ispirazione arriva da un’inchiesta condotta dalla redazione di Sky Tg24 che ho “degustato” con infinito interesse. A sommarsi alla lunga serie di fattori che stimolano oggigiorno i cittadini italiani, giovani e meno giovani, a credere di ritrovarsi ormai imbarcati su una nave priva di una direzione chiara, probabilmente in caduta libera e – ciò che è peggio – sprovvista di una guida responsabile e concretamente competente, è la particolare circostanza per la quale, il nostro Paese, afflitto da una crisi economica e da un debito pubblico che non lasciano sperare in una ripresa imminente, rischia di dover restituire al mittente una considerevole somma di denaro generosamente già concessa. Sto parlando dei Fondi Strutturali Europei (FESR – FSE) che Bruxelles indirizza agli Stati membri per sostenere progetti di sviluppo che favoriscano la riduzione delle disparità regionali in termini di ricchezza e benessere, l’aumento della competitività e dell’occupazione e la cooperazione transfrontaliera. C’è chi, in Germania, li ha sfruttati per costruire un villaggio al 100% ecosostenibile, chi in Polonia ha incentivato il reinserimento professionale dei disoccupati over 45, chi semplicemente ha realizzato strade, ferrovie, infrastrutture in genere, centri di ricerca e chi, in Italia, li ha “sprecati”. A fronte di una disoccupazione dilagante, che non ha ripiegato neanche difronte a padri di famiglie monoreddito, i progetti che le nostre Regioni hanno voluto spesso finanziare raccontano storie di coloritissime manifestazioni enogastronomiche o artistiche che, con rispetto parlando, non offrono soluzioni definitive a chi non riesce a far quadrare i conti a fine mese. L’Italia, per non smentirsi, si piazza agli ultimi posti anche nella classifica sulle percentuali di utilizzo dei Fondi, seguita soltanto da Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca. Tanto per cominciare ad arginare tale paradossale problematica, una soluzione da considerare potrebbe essere quella di istruire donne e uomini di buona volontà all’interpretazione dei Bandi e delle Linee Guida dettate dalla Commissione Europea per la predisposizione e presentazione di progetti di utilità sociale. A Latina ci pensa la Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza” che inaugura, in collaborazione con le Associazioni Onlus “Mom&Woman” e “Alessia e i suoi Angeli”, la prima edizione del corso in Alta Formazione in Europrogettazione. Un’iniziativa pensata per lavoratrici precarie, donne e mamme disoccupate o a rischio di espulsione dal mercato del lavoro per offrire loro una chance di ricollocamento ed un bagaglio di conoscenze utili ad orientarsi nella programmazione comunitaria 2014-2020. Un impegno complessivo di 280 ore, ben ripartite tra formazione tradizionale d’aula e Project Work che intervengano, con esercitazioni puntuali, su Bandi realmente pubblicati. Le domande di ammissione dovranno pervenire entro il 27 febbraio 2014 presso la Facoltà di Economia del polo pontino della Prima Università di Roma sita in Viale XXIV Maggio n.7/9 a Latina. Per avere maggiori informazioni occorre consultare il Testo Integrale del Bando reperibile all’indirizzo: http://w3.uniroma1.it/economialt/.