Eredità del Novecento: il forum culturale al Conservatorio di Latina
Musica, arte, poesia e architettura, ma soprattutto interventi scientifici sulle città di fondative, si sono alternati nella giornata di studio “ Le culture del Novecento tra città di Fondazione e nuovi paesaggi urbani tra passato e futuro” che si è tenuto il 18 aprile al Conservatorio di Latina. L’iniziativa organizzata dall’Ordine degli Architetti di Latina, dall’Istituto Quasar e dall’associazione Orizzonti del Novecento Europeo con la curatela dell’arch. Massimo Rosolini, del prof. Benedetto Todaro e del prof. Giovanni Papi ha disegnato prospettive future per le città di fondazione del Lazio, ponendo al centro della giornata culturale la loro storia, la loro conservazione, i
problemi attuali e fornendo altri elementi di riflessione sull’identità del Novecento. Rilanciare questi centri come luoghi del contemporaneo con l’auspicio che dai lavori di ricerca e dalle tesi emerse dagli incontri possano scaturire riflessioni, proposte e collaborazioni da condividere con le realtà locali preposte al governo del territorio è stato uno degli obiettivi dell’iniziativa. Dopo le interessanti relazioni tenute dai Professori: Vittorio Palmieri, Daniela De Angelis, Gregoy Alegi, Maurizio Morandi, Francesco Montuori, è emerso nella tavola rotonda “ La cultura del Novecento e i nuovi centri fondativi tra Roma e Latina “ la proposta di istituire un museo diffuso nella provincia pontina. Come ha rilevato l’Architetto Massimo Rosolini: “Viviamo in una testimonianza fisica della cultura del ‘secolo breve’, l’obiettivo è quello di far diventare questa città, Latina, il luogo di una riflessione periodica sull’identità del Novecento come fatto storico culturale complessivo. Dai lavori congressuali è emersa con forza la proposta di un museo diffuso, un’idea non nuova, ma che ora si rende estremamente necessaria. Latina può essere la sede ideale in cui avere luogo, raccolte d’archivio, progetti e studi specifici per i cultori della materia, un luogo fisico dove le testimonianze materiali e immateriali di queste identità del Novecento possano essere vissute”.
Servizio di Daniela Novelli