Donne e sport, una lotta per il podio.
Arriverà anche a Latina, la mostra “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, il taglio del nastro è previsto alle 17.30 di venerdì 21 Novembre, e sarà visitabile fino a domenica 23, nel salone esposizioni del comando Provinciale della Guardia di Finanza a palazzo M. La mostra, realizzata grazie al Distretto Italia del Panathlon International, è curata dalla professoressa Adriana Balzarini che, l’ha pensata come un viaggio, per far conoscere il lungo cammino che le donne hanno percorso con fatica, costanza, passione, impegno e talvolta con ribellione nei confronti delle regole scritte dagli uomini. Anche se fin dall’antichità si hanno prove di attività sportiva femminile, in realtà la pratica è stata osteggiata fino al 1968. Le donne erano relegate al ruolo di vallette che consegnavano i premi. Pierre De Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici moderni, era fermamente contrario alla loro presenza ma le donne non si sono mai arrese: anche se non esistevano tute e attrezzature per loro. A Stoccolma nel 1912 per la prima volta parteciparono alle gare di nuoto, oltre che di tennis e tiro con l’arco, facendo indignare gli atleti maschi. Alice Milliat, fondatrice nel 1921, della Federazione sportiva femminile internazionale, ispirò nel 1922 e 1926 i Giochi mondiali femminili. Il loro successo indusse il Comitato Olimpico Internazionale ad ammettere, ai Giochi di Amsterdam del 1928, la partecipazione di quelle che un giornalista definì le “atletesse”. Nel 1952, solo una metà dei Paesi partecipanti inviò una rappresentanza femminile alle Olimpiadi di Helsinki. E nel 1968, ai Giochi di Città del Messico la percentuale delle concorrenti non superò il 12%. La mostra “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, non vuole solo essere un omaggio a donne coraggiose ma, attraverso le foto, i ritagli di giornale e le divise sportive, un’intrigante piattaforma per interessare le giovani generazioni allo studio della storia.