Consumo di Droga: un problema Penale o Sanitario?
Molti i pareri discordanti: “La legge è certamente incostituzionale”, e “carcerogena”. Sostengono Stefano Anastasia presidente de “La società della ragione” e il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Franco Corleone. “Il suo annullamento consentirebbe il ritorno a un quadro punitivo meno repressivo”. Inoltre “produrrebbe un significativo effetto deflattivo nelle carceri italiane”: “un detenuto su tre entra in carcere ogni anno per violazione dell’attuale normativa antidroga”. “Se la Fini Giovanardi fosse dichiarata incostituzionale – ha aggiunto invece il presidente dell’Unione della camere penali, Valerio Spigarelli – si tornerebbe all’apparato normativo precedente che non è soddisfacente.” Il Parlamento dovrebbe discutere una politica sulle droghe diversa. “Le leggi penali non incidono sul fenomeno”, ha insistito Giuseppe Cascini di Magistratura democratica. Un appello da parte del senatore Giovanardi durante la giornata conclusiva di Wefree Day a San Patrignano: “a tutta la società civile, alle associazioni e a tutte le comunità affinché si oppongano alla proposta di legge di Daniele Farina del pd, il quale vuole modificare alcuni aspetti del testo unico sulle droghe e alle altre proposte depositate in Parlamento orientate alla legalizzazione dello spaccio ed anche della coltivazione di cannabis”. Si tratta, secondo Giovanardi, di una propaganda ”che agisce ora con due strumenti, il referendum promosso dai radicali e da alcune associazioni (tra cui, incomprensibilmente, qualche comunità), e la proposta di legge presentata da Daniele Farina. La proposta prevede la depenalizzazione anche per la produzione e la cessione di piccoli quantitativi di cannabis, concetto ovviamente opinabile nella misura ma soprattutto, che permetterebbe lo spaccio mediante il frazionamento”. Alla giornata conclusiva dei Wefree Days, con il forum: “L’insostenibile leggerezza della marijuana”, è intervenuto anche Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento antidroga della presidenza del Consiglio, che ha lanciato l’allarme sulle nuove droghe, che sono ”accessibili tramite Smart shop e soprattutto in rete anche nei paesi come il nostro dove sono vietate. Sono circa 280 le molecole commercializzate in rete, tra le circa 500 che sono state sintetizzate, in genere nell’ambito dei processi di ricerca e produzione farmacologica come prodotti di scarto”.
Un piccolo approfondimento in merito: su internet, dal 2008 ad oggi, la promozione e i siti a favore sia della legalizzazione della cannabis che della vendita di prodotti per la sua produzione e consumo, si sono particolarmente ampliate e radicate. Da un’ampia analisi effettuata sui database accessibili sia degli enti istituzionali, che delle aziende di settore, è stato possibile stimare che il numero dei siti tematici favorevoli alla legalizzazione e liberalizzazione o offrenti sostanze, abbia abbondantemente superato nel corso di quest’anno le 800.000 unità (dato sotto stimato). Una decisa progressione se si guarda il dato
riferito all’anno 2008, in cui si parla di circa 200.000. Tornando al discorso della penalizzazione dell’uso di droghe, alcuni dati interessanti sottolineano come la famosa “war on drugs”, sia però un vero e proprio fallimento. Il caso del Portogallo ad esempio: da quando è stato depenalizzato il consumo di stupefacenti, nel 2001, il Portogallo ha assistito ad una diminuzione dell’uso di stupefacenti. Dati in merito al fallimento sulla proibizione delle droghe li abbiamo ad esempio negli Usa attraverso un recente sondaggio Gallup, il quale vede favorevoli alla legalizzazione della cannabis il 58% degli americani. Obiettivo: eliminare il mercato illegale della cannabis. Sono diciannove gli stati dov’è possibile oggi acquistare cannabis con una semplice prescrizione medica. Gli Stati Uniti non sono, però, l’unica nazione che guarda con curiosità a soluzioni alternative al fallimento della proibizione. L’Uruguay ha dato il via alla produzione di cannabis di stato per eliminare il suo mercato illegale. In tutto il Sud America c’è fermento per nuove strade che possano finalmente eliminare la violenza legata al narco traffico, di cui la cannabis è la sostanza illegalmente più trattata, essendo la sostanza illegale più diffusa al mondo. Questo dato è sostenuto dall’ EU Drug Markerts Reports 2013 che evidenzia come la cannabis “non solo è la sostanza illecita più consumata al mondo, ma anche prodotta su scala mondiale”. Un altro argomento scottante è l’uso terapeutico delle droghe leggere. In Italia non esiste alcun codice medico per l’auto uso di cannabis. E in merito alla ricerca scientifica l’attuale normativa impedisce la ricerca e la divulgazione d’informazioni a riguardo. Il Dr. Giorgio Gatti, consulente in sviluppo economico ed economia della sicurezza pubblica promuove una nuova politica che prenda in considerazione l’uso di stupefacenti, un problema sanitario, anziché penale. In Italia la curiosa iniziativa di un’associazione no profit sta destando scalpore. LapianTiamo, questo il nome dell’associazione, promuove l’uso terapeutico della canapa medicinale attraverso la coltivazione e l’approvvigionamento ai pazienti affetti da patologie come sclerosi multipla, cancro e molte altre. L’Associazione fornisce attraverso un comitato scientifico, un supporto informativo e morale ai malati che devono convivere quotidianamente con i sintomi di malattie gravi e incentivano attività di ricerca sui vantaggi della canapa medicinale. Dati impressionanti in merito al consumo di cannabis per fini curativi li abbiamo in Califonia: il profitto medio di una singola attività’ di smercio di marijuana per fini curativi è di circa $ 20.000 al giorno. Le vendite annuali rivaleggiano già con 1 miliardo e 700 milioni di dollari contro 1 miliardo e 900 milioni di dollari della medicina della Pfizer, il Viagra, la più venduta al mondo. Alcuni avvenimenti importanti in America: la giustificazione medica del fumo di marijuana risale al 1975 quando Robert Randall, arrestato per coltivazione di marijuana, vince in Tribunale grazie alla “medical necessity defense.”. Nel 1977, la comunità hippy vota la San Francisco Marijuana Iniziative, nota come Measure W., ma la legge dello Stato della California la dichiara inapplicabile. Negli Anni ‘80. Il Parents Movement denuncia la propaganda pro-cannabis annullandone così gli sforzi, ma un altro protagonista della controcultura libertaria, Dennis Perron, rilancia la marijuana medica come “cura” per i malati di AIDS nei primi anni ’90. Perron aprirà il primo dispensario, il “Cannabis Buyers’ Club”. Dispensari che diventano poi legali con la Preposition 215 in California nel 1996. – Informazioni www.osservatoriodroga.it
Uso di droghe negli adolescenti: mappatura italiana secondo il rapporto Espad del Cnr
Nonostante leggi inasprite, campagne informative e studi scientifici sono più di seicentomila gli studenti, un quarto del totale della popolazione scolastica, che almeno una volta ha provato una canna o ha tirato di coca. Questo il dato secondo il rapporto Espad dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, giunto alla quindicesima edizione, che certifica un leggero aumento nell’uso di tutte le sostanze, a cominciare da quelle che sembravano dimenticate come l’eroina. Rispetto al resto d’Europa l’Italia è nella “top ten” per il consumo di cannabis, eroina e cocaina. Su una popolazione di 2,5 milioni di ragazzi e ragazze, oltre 500mila sono consumatori di cannabis, poco più di 60mila cocaina e 30mila oppiacei, con aumenti che variano tra lo 0,6% della cannabis e lo 0,1% dell’eroina. Aumentata lievemente anche l’assunzione di stimolanti: 3,8% nella vita e 2,6% nell’ultimo anno, contro 3,6% e 2,4% della precedente rilevazione. Di seguito la situazione italiana:
CANNABIS . il primato è in Sardegna e Lazio con il 24%, seguono Umbria, Toscana e Lombardia con quote intorno al 23%.
COCAINA. L’ultima rilevazione fotografa prevalenze più alte nel centro-sud, Un dato in controtendenza rispetto a quanto avveniva negli anni precedenti, durante i quali i consumi erano maggiori nelle regioni del nord. Le regioni sopra la media nazionale (2,7%) sono: Sardegna (3,2%), Sicilia, Basilicata, Abruzzo e Lazio (tutte intorno al 3%).
EROINA. Gli iscritti nelle scuole dell’Italia meridionale continuano ad essere tra coloro che ne fanno più uso: Sardegna, Sicilia e Calabria con il 2.4%, seguono Molise, Puglia e Basilicata con il 2,3%.
ALLUCINOGENI. Le prevalenze di consumatori più alte sembrano essersi spostate dal nord al centro, con l’unica conferma della Liguria che, insieme a Toscana, Lazio, Marche e Molise, presentano percentuali intorno al 2,6%.
STIMOLANTI. Gli studenti che riferiscono consumi superiori alla media nazionale (2,6%)19, risiedono nelle regioni del centro-nord. Rispetto al precedente studio, la dislocazione geografica si è leggermente modificata: escono dalla zona rossa« Emilia Romagna, Toscana e Basilicata, entrano Lazio, Piemonte, Molise e Umbria.