Crisi occupazionale: la provincia di Latina sul baratro
di Silvana Martino
Sono passati ormai anni da quando la parola “crisi” è entrata a far parte del nostro vocabolario quotidiano, se poi ci si affianca aggettivo “occupazionale”, l’argomento diventa più complesso nonché gravoso. Non passa giorno senza che si leggano notizie di aziende in fallimento, operai licenziati o in cassa integrazione, per non parlare dei giovani che pur di lavorare impacchettano le proprie cose e vanno in cerca di fortuna all’estero. La disoccupazione è diventata ormai l’incubo del nostro tempo, e non dobbiamo andare troppo lontano per vedere con i nostri occhi le conseguenze che ci sta lasciando in eredità.
Il territorio pontino è purtroppo ormai da tempo vittima del vortice della crisi occupazionale, e gli operai sono fin troppo stanchi di vedere sfumare anni e anni di lavoro. Alle istituzioni è stato chiesto di sottoscrivere un documento di richiesta di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico. Al seguito dei due incontri quello di Cisterna e quello di Latina, dove è emersa ancor di più la gravità della situazione economica nonché occupazionale, la Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, per chiedere il ripristino del tavolo specifico; in più hanno programmato una conferenza stampa, per il 6 febbraio e una manifestazione pubblica, da svolgersi nello stesso mese, per ribadire la gravità della situazione ma anche per chiedere alla Regione Lazio un impegno straordinario. I sindacati sperano che si possa pervenire alla sottoscrizione di un patto tra le istituzioni, le rappresentanze dei lavoratori e delle imprese. Il territorio pontino è purtroppo ormai da tempo vittima del vortice della crisi occupazionale, e gli operai sono fin troppo stanchi di vedere sfumare anni e anni di lavoro. Proprio per questo lo scorso 13 gennaio si è svolto il convegno “Senza Lavoro”, organizzato dagli operai del presidio Avio Interiors e dalle sigle sindacali Fim, Fiom e Ugl. L’incontro ha avuto luogo in un’affollata aula consiliare del Comune di Cisterna alla presenza dei lavoratori ed ex lavoratori di Avio Interiors, Midal, Sapa, Scm, Cravattificio Pompei e Bonansea. Tra le istituzioni oltre al sindaco e presidente della Provincia Eleonora Della Penna hanno partecipato i consiglieri regionali Forte e Giancola, i sindaci di Latina, Norma, Cori, Pontinia e Maenza, il vicepresidente della Provincia Giovanni Bernasconi e i rappresentanti delle sigle sindacali. Ad aprire il convegno è stato Antonio Libertini, ex operaio Avio Interiors. “Ci aspettiamo risposte concrete per riconquistare il nostro posto di lavoro e garantire agli occupati dell’azienda un futuro che in questo momento non hanno”, ha detto Libertini. Dopo di che è stato chiesto alle istituzioni di sottoscrivere un documento di richiesta di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, con l’obiettivo di far arrivare la vertenza dell’Avio all’attenzione dei segretari dei sindacati. La parola poi è passata al sindaco di Cisterna e Presidente della Provincia di Latina, Eleonora Della Penna, che ha ricordato le tante vertenze che hanno interessato il territorio e ha ribadito la necessità di soluzioni concrete ed immediate. “Ai lavoratori Avio e a quelli delle altre aziende del nostro territorio, questo lo confermo nella veste di presidente della Provincia, va tutto il nostro sostegno con l’obiettivo unico, oltre le vertenze sindacali che troppo spesso hanno anche risvolti giudiziari, di salvare quanti più posti di lavoro possibile. Il percorso è difficile lo sappiamo bene, ma è anche attraverso iniziative come questa che le istituzioni riescono a fare sistema e non abbassare la guardia”. A pochi giorni di distanza dal convegno, su richiesta del sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, si è tenuto un Consiglio comunale straordinario, dedicato ancora al tema della crisi occupazionale che sta investendo il territorio pontino; una riunione durante la quale a prendere la parola sono stati anche tre lavoratori, uno a rappresentanza di Sapa e altri due di Avio Interiors. “Chi vuole rappresentare un altro, deve compiere un atto di grande generosità. Avere lo spazio fisico per due cuori, provare scrupoli per due coscienze, portare il peso di due responsabilità. Perché la perdita di lavoro colpisce ogni colore politico e perché chi perde il lavoro oggi, non lo ritroverà più. E’ la coscienza lucida di chi non ha smarrito l’esercizio della dignità”. Un appello forte ma soprattutto sincero quello degli operai rivolto alle rappresentanze politiche e sindacali. Al seguito dei due incontri, dove è emersa ancor di più la gravità della situazione economica nonché occupazionale, la Cgil, Cisl e Uil di Latina hanno scritto al Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, per chiedere il ripristino del tavolo specifico; in più hanno programmato una conferenza stampa, preceduta da un Esecutivo unitario, per il 6 febbraio e una manifestazione pubblica, da svolgersi nello stesso mese, per ribadire la gravità della situazione ma anche per chiedere alla Regione Lazio un impegno straordinario. I sindacati sperano che si possa pervenire alla sottoscrizione di un patto tra le istituzioni, le rappresentanze dei lavoratori e delle imprese. Le parole spese a favore e la solidarietà dimostrata nei confronti dei lavoratori sono bene accette, forse però quello di cui realmente hanno bisogno queste persone è la concretezza dei fatti, e il dubbio
che tutta questa attenzione svanisca da qui a poco, rimane. A non credere in un cambiamento immediato è di sicuro l’ormai ex segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici Maria Antonietta Vicaro che circa un mese fa ha annunciato le sue dimissioni. “Il mio abbandono è dovuto ad una presa di coscienza e sul fatto che ci sono ingerenze politiche all’interno della nostra organizzazione e non mi sentivo più di condividere un percorso che invece mi ha sempre vista fermamente convinta; noi abbiamo avuto una forte crisi interna seguita alle dimissioni del precedente segretario generale, indagato per appropriazione indebita, mi auguravo che ci fosse una fase di rinnovamento una sorta di percorso di rinascita dell’organizzazione su valori ideali, e a distanza di 9 mesi mi sono resa conto che il rinnovamento non c’era e non era un obbiettivo ritenuto essenziale. I miei valori sono da sempre: mettere al centro la tutela dei diritti dei lavoratori e gli interessi primari, quali il lavoro e anche la rinascita dei territori. Ho preso coscienza del fatto che nella mia organizzazione questi valori erano stati messi da parte e non erano quindi centrali all’ambito di rinnovamento che per me era necessario, quindi mi sono dimessa e sono tornata in fabbrica. Ho constato anche che gli strumenti messi a disposizione del sindacato o comunque dei lavoratori sono veramente pochi, perché in ambito ministeriale o governativo non c’è la volontà di rimettere in piedi un sistema-paese basato sul lavoro e sulle industrie.” Per quanto riguarda gli incontri avvenuti le scorse settimane, aggiunge l’ex segretario nazionale dell’Ugl – “L’attenzione del momento è strumentale, serve al politico di turno a far vedere che è sensibile e interessato ai problemi del lavoro, sono diventate situazioni comiche. C’è il momento di attenzione? E allora, si fa vedere che in qualche modo ai lavoratori si pone una grossa sensibilità. In realtà tra un mese o due saranno nuovamente soli, abbandonati, e si ritrovano né più né meno nella situazione precedente. Su questo né il sindacato, né la politica, né il sindaco, né il presidente della provincia hanno gli strumenti, perché non ci sono proprio, non ci sono politiche industriali che vanno verso questa direzione”. La Vicaro conclude affermando. “Il problema di Latina è un problema comune ad altre province, quindi se è pur vero che i dati statistici sono forse più alti rispetto alla media, in realtà il dato di Latina si può rapportare a quello Nazionale. Il lavoro, è un problema di tutte le Province e le Regioni sulle quali servono leggi che vanno verso direzioni comuni ma che non sono quelle della Comunità Europea, che fa arrivare, quando e forse, fondi che poi sono male investiti, bensì servono politiche strutturali più importanti legate a investimenti e agevolazioni anche sui sistemi burocratici. Se poi ci mettiamo che su ricerca e sviluppo non s’investe o lo si fa in maniera marginale, basta vedere l’ultima legge di stabilità, che ha dato solo in parte il valore primario a questo tipo d’investimento, è chiaro che registriamo ancora una volta che questo governo non sta facendo altro rispetto a quello che hanno fatto i governi precedenti, non c’è la possibilità di cambiare se non ci si mette mano come si dovrebbe. Poi c’è una grossa concentrazione d’interesse sulla situazione politica, ci si preoccupa della stabilità di governo ma in realtà anche quando la stabilità di governo c’è, ci accorgiamo che gli indirizzi legislativi vanno verso altre direzioni. Ripeto, i dati sono in crescita, però evidentemente si cercano dei provvedimenti che sono una piccola goccia dentro ad un mare di problemi”.