Di Giorgi si è dimesso da sindaco di Latina
Il sindaco Giovanni Di Giorgi si è dimesso. Nessun accordo è stato raggiunto in maggioranza per il proseguimento dell’amministrazione e così Di Giorgi ha fatto un passo indietro, prima ancora della riunione prevista nel pomeriggio con gli esponenti della maggioranza in crisi. Queste le parole usate da Di Giorgi per annunciare le dimissioni: “Non esiste una maggioranza coesa, troppo frammentata e contrapposta tra i singoli componenti. Impegnati più nella propria litigiosità piuttosto che guardare al bene della città. Guidare una comunità straordinaria come quella di Latina, la seconda città del Lazio, in un’epoca complessa come questa non è una cosa semplice. Questa situazione non mi permette più di portare avanti con serenità il mio mandato che mi vedrà costretto a monitorare continuamente la tenuta della maggioranza. Allora ho fatto una scelta dolorosa, personale. Una scelta che coinvolge la città, la maggioranza che mi ha sostenuto e che coinvolge la mia famiglia e i miei amici. Una scelta dolorosa ma necessaria: quella di dimettermi dall’incarico di sindaco. Era molto più facile rimanere in piedi e tirare a campare con una forza centrifuga che mi portava in un’unica direzione. Ma io l’attaccamento alla poltrona non l’ho mai ritenuto una cosa prioritaria. Ho sempre vissuto nel rispetto delle persone che ho intorno. La cosa più bella è guardare in faccia alle persone e di avere l’onestà intellettuale di girare per la città a testa alta. Questi tre anni da sindaco sono stati bellissimi. Non mi sono mai pentito della scelta fatta. Ho dimostrato che la mia storia politica mi ha sempre portato a considerato il fatto che le poltrone non mi hanno mai appassionato. Ci ho rinunciato nel 2007, quando ero stato tra i primi degli eletti in An. Siccome mi ero schierato con l’altra parte, nei confronti dell’attuale sindaco di An di quell’epoca, ho rinunciato a fare l’assessore. Ho rinunciato nel 2011 a un signor stipendio come quello di consigliere regionale. Non mi interessava la poltrona e lo stipendio. Ho rinunciato perché avevo un’opportunità unica, che capita a uno su 120.000 persone: quella di fare il sindaco della propria città. Era il mio sogno da bambino che ho realizzato. Penso, senza falsa modestia, che un segno questa amministrazione l’abbia lasciato. Le opere, le idee e la programmazione che questa amministrazione ha fatto in questi tre anni e mezzo non sono stati fatti in 20 anni. Scelte coraggiose. Una sta qui, la Ztl. Quante volte ne abbiamo parlato, ma mai nessun sindaco ha avuto il coraggio di chiuderla questa zona. La marina di Latina. Si è sempre parlato ma nessuno ci ha mai investito. Un domani la mia bimba potrà dire: questo l’ha lasciato in eredità alla mia città il mio papà. È questa la soddisfazione più grossa che mi ha spinto a fare il sindaco. E oggi mi ha spinto a dimettermi perché la voglio guardare negli occhi e non farmi mai dire che sono una persona attaccata alla poltrona e che sono una persona che cede ai giochi, ai ricatti, una persona che deve sottostare a logiche che non gli appartengono. Oggi alle 16 ci doveva essere una riunione per la firma di un documento. Mi sono fermato perché era un continuo tira e molla. Tantissimi distinguo, con annunci al che ho preso, ho appallottolato e ho buttato in un cestino e ho detto cari amici io stacco la spina. Un documento che vedeva l’abbassamento delle tasse, incremento dei servizi sociali, degli sportelli dedicati all’imprenditoria femminile e giovanile. Un documento di rilancio forte per la città. Questo patto di fine mandato non è nemmeno arrivato.Sicuramente di errori ne sono stati fatti tanti, ma chi è che non sbaglia. Allora, mi sono approcciato a questo mandato come unica stella polare quella della legalità, della giustizia e della trasparenza. Ho lavorato con la passione per la politica, quella con la p maiuscola, che ha come obiettivo la passione per la gente di Latina. Per questo non ho mai ritenuto il mio mandato come un semplice tirare a campare. Questi sono i punti che volevo toccare e che posso riassumere con una frase di Seneca: Noi stiamo come quel marinaio che non ha vento a favore se non sa dove deve andare”. A far precipitare gli eventi, a quanto emerso, sarebbe stata la decisione del sindaco di illustrare alla stampa i punti programmatici sui quali chiedeva l’appoggio per arrivare a fine mandato. In questo momento è in corso una conferenza stampa di Di Giorgi per illustrare la situazione. Già ieri si sono svolte delle frenetiche riunioni per ricucire una crisi che evidentemente è ormai insanabile e porterà alle elezioni anticipate. Teoricamente Di Giorgi avrebbe 20 giorni per ritirare le dimissioni, ma ha già detto che non ci sono le condizioni per tornare indietro e dunque le dimissioni sono irrevocabili. Dunque si andrà verso le elezioni anticipate. E nemmeno a dirlo, immediatamente dopo le dimissioni è iniziato un fantasioso totocandidati, sia a destra che a sinistra. Tanti i nomi che circolano, ma sembrano probabili le primarie per la scelta dei candidati. Tra i nomi dei (molto) ipotetici candidati ci sono quelli di Calandrini, Di Rubbo e Maietta per il centrodestra. Per quanto riguarda il centrosinistra la situazione di spaccatura interna al Pd rende praticamente impossibili ipotesi sensate. Circolano i nomi di Enrico Forte, Nicoletta Zuliani o un sempreverde Claudio Moscardelli. Ma è davvero troppo presto per lanciare ipotesi plausibili per entrambi gli schieramenti.