Bandiere Coresi alle porte del Cremlino
Continua la tournèe intercontinentale degli Storici Sbandieratori delle Contrade di Cori. Dal 28 agosto all’8 settembre parteciperanno all’International Military Music Festival «Spasskaya Tower», una delle più grandi rassegne mondiali del folklore militare, che vede esibirsi nella storica Piazza Rossa di Mosca, davanti al Cremlino, le migliori bande e gruppi militari di tutto il mondo, davanti alle più alte cariche dello Stato russo, all’insegna della pace e del rispetto reciproco. Come tradizione, il Military Tattoo coincide con le celebrazioni del Moscow City Day. Saranno presenti una trentina di rappresentanze folkloristiche militari provenienti da: Armenia, Grecia, Italia, Kazakistan, Cina, Messico, Turchia, Svizzera e Russia. Una manifestazione che per la sua importanza ed imponenza rappresenta uno degli eventi più rilevanti della vita culturale russa, vantando tra i soggetti organizzatori la Presidenza, il Parlamento e il Governo della Federazione Russa, nonché i Ministeri della Difesa, degli Esteri e della Cultura. Gli Storici Sbandieratori delle Contrade di Cori, per la seconda volta, sono stati invitati in onore delle proprie origini derivanti da un’antica arte militare, quando in guerra l’Alfiere precedeva l’esercito e con la sua insegna, che difendeva fino alla morte, impartiva da lontano precisi segnali ai soldati, descrivendo la situazione sul campo e indicando il momento giusto per l’attacco. Gli Ambasciatori del folklore corese ricreeranno con le bandiere i movimenti di quel tempo, rievocando le battaglie medievali. Ma c’è di più. Per l’occasione, infatti, il gruppo ha ideato una coreografia ad hoc per lo «Spasskaya Tower», che eseguirà insieme agli Sbandieratori «Ducato Caetani» di Sermoneta. Per la prima volta all’estero, due gruppi di sbandieratori di città diverse, uniti nel riproporre al grande pubblico mondiale la nobile tradizione della bandiera, accomunati da quella scuola di sbandieramento corese, unica in tutta la penisola per l’uso dell’asta in legno, di cui entrambi sono prosecutori.