Prima di partire per le vacanze…passa all’Avis!
L’Associazione Volontari Italiani del Sangue o AVIS è un’organizzazione ONLUS costituita da oltre un milione di volontari che donano gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue. Scopo dell’associazione, come fissato dallo Statuto, è venire incontro alla crescente domanda di sangue.
Presente su tutto il territorio nazionale, con una struttura ben articolata, si suddivide in oltre tremila tra sedi comunali, provinciali e regionali che fanno riferimento all’AVIS Nazionale. L’Avis della provincia di Latina è una delle più longeve del territorio, è nata nel 1957 effettuando donazioni solo per fronteggiare le emergenze, oggi è una delle Avis più virtuose riuscendo a soddisfare molte richieste in emergenza e di routine.
Alla guida dell’Avis provinciale di Latina, fino al 2016, c’è Anna Maria Visco che abbiamo incontrato alla viglia del periodo più “Caldo” per le donazioni, le vacanze. Si riesce a far fronte all’emergenza di questo periodo? Siamo ben organizzati e aggiungo molto autosufficienti, oltre a soddisfare ampiamente il nostro fabbisogno riusciamo a conferire, annualmente a Roma, sempre in debito di sangue, 4000 sacche, i nostri donatori attualmente sono 14.918.
Tra i disegni dell’Avis un progetto con le Asl per concertare gli interventi ed evitare così che la richiesta di routine si concentri nei periodi di carenze di donazioni. Rientra nei nostri desideri, nel frattempo abbiamo effettuato una calendarizzazione delle donazioni, ogni punto prelievo della provincia, in autunno, pubblica un calendario con le proprie donazioni, questo ci permette di stilare un quadrante che consente al nostro trasfusionale di avere una raccolta costante, in modo da riuscire a coprire le richieste dell’intero anno. Nei periodi di emergenza, gennaio, giugno e settembre, vengono concertate delle raccolte straordinarie, quest’anno ad esempio abbiamo coinvolto nelle donazioni tutti i comandi militari della provincia, che hanno risposto in modo più che soddisfacente.
Chi può donare? Tutti quelli che hanno un’età compresa tra 18 anni e i 60 anni, con deroghe oltre i 65 a giudizio del medico. Devono avere un peso superiore ai 50 Kg, uno stato di salute buono e uno stile di vita sano con nessun comportamento a rischio.
In pratica chi dona è un soggetto sano. Non solo, il donatore ha un profondo rispetto per la persona che dovrà avere il suo sangue e, generalmente, nel periodo che precede la donazione, limita le sue scelte alimentari e comportamentali, tendenzialmente una provincia che ha molti donatori è una provincia sana.
Anche il modo di donare è cambiato, si è evoluto? Nel nostro centro prelievi eseguiamo la donazione “multicomponente”, cioè un processo sicuro che offre la possibilità di personalizzare le donazioni di sangue in funzione del bisogno del paziente. Questo tipo di donazione sarà la donazione del futuro, basti pensare che con una donazione tradizionale, occorrono gli sforzi congiunti di 6 donatori per produrre una sola dose di piastrine trasfondibile, invece, con una donazione “multicomponente”, un donatore singolo, può donare fino a 2 componenti. Pertanto, essendo la donazione “multicomponente” più specifica ed efficiente, può migliorare e salvare più vite rispetto ad una singola donazione di sangue intero. Inoltre, si può donare più frequentemente rispetto ad una donazione di sangue intero e cosa da non sottovalutare si possono congelare i singoli componenti e poi utilizzarli al bisogno. Il nostro obiettivo è di realizzare un centro di congelamento che possa poi servire da “banca” in caso di emergenza, abbiamo anche individuato la location e richiesto alla regione di promuovere la nostra richiesta che speriamo sia accolta al più presto.
Molti i progetti di sensibilizzazione per reclutare donatori, cominciate dalla scuola? Iniziamo dalla scuola materna, il nostro progetto si chiama “Io che posso fare” ed è modulato per fasce d’età, incontriamo i nostri futuri donatori, curiamo il loro stile di vita con giochi, viaggi nelle fattorie didattiche programmi di educazione fisica ed alimentare, li seguiamo e li sosteniamo affrontando lo studio sulle dipendenze.
Ma il sangue che si riceve è sicuro? Oggi la sicurezza trasfusionale è molto alta, da giugno 2002 su ogni sacca di sangue viene per legge eseguito un esame detto NAT HCV-HIV. Si tratta di un test che “cerca” direttamente l’eventuale virus dell’epatite C oppure quello dell’Aids, evitando di rendere disponibile quella sacca che, ovviamente è subito eliminata. I casi che ancora oggi riempiono le pagine dei giornali risalgono al 1983 quando ancora non avevamo a disposizione capacità di analisi specifiche, e furono due, c’è da precisare poi, anche se non è consolatorio, che il sangue non proveniva dalla nostra provincia.
Fra le campagne di sensibilizzazione dell’Avis “Il sangue non ha colore” rivolto alle comunità che popolano la nostra provincia, il progetto è partito nel 2008, come sta andando? Molto bene, la comunità, che ha aderito in modo determinante alla campagna è quella indiana, segue la comunità rumena mentre hanno maggiore difficoltà a donare le popolazioni nere, ma credo che sia solo un problema di cultura, per cui sono sicura che riusciremo a superarlo. La peculiarità del progetto sta nella sensibilizzazione delle diverse etnie che insistono sul nostro territorio a donare per i propri connazionali. Ogni comunità ha delle caratteristiche ematiche o sottogruppi particolari per cui diventa importante per i soggetti appartenenti a quel ceppo etnico poter contare su un sangue con le stesse caratteristiche che li tenga al riparo da ogni tipo di reazione d’incompatibilità.
In pratica, donare sangue è importante, in estate ancora di più. In sostanza è proprio questo il messaggio che l’AVIS rivolge non solo ai suoi donatori, ma a tutti i cittadini, e come recita il nostro slogan “ Prima di partire passa all’Avis”, donare è un gesto di grande consapevolezza e solidarietà, per saperne di più www.avislatina.it
Dina Tomezzoli