Caso Al Karama: Voce alle Donne del Borgo
Balzati nelle prime pagine della cronaca nazionale, gli abitanti di Borgo Bainsizza non ci stanno. Qualche giorno fa abbiamo incontrato una folta delegazione delle Donne dei Borghi che hanno deciso di rimboccarsi le maniche. L’impressione comune è che gli abitanti dei Borghi di Bainsizza – Montello siano precipitati in un incubo. Le giornate spensierate in campagna, le chiacchierate nel piazzale della chiesa, le serate fra amici in piazza sono solo un lontano ricordo. Nei borghi non si sorride più, c’è tensione, da settimane la casa, il luogo sicuro dove rifugiarsi dopo una giornata di lavoro è diventato terra di conquista, con decine di case razziate durante la notte, e anche tre bar svaligiati in una settimana. A tenere svegli gli uomini del borgo, ma soprattutto le donne, l’andirivieni incontrollato di persone attorno al centro Al Karama.
Il centro di accoglienza
Al Karama nato alla fine degli anni 80, come punto di accoglienza per immigrati provenienti dalla Somalia e dal Nord Africa, caduto in disuso, è passato nella proprietà della Regione Lazio, che l’ha poi concesso in uso al Comune di Latina e, da alcuni anni è divenuto sede stabile di un gruppo di famiglie Rom. Le famiglie, alloggiate in casupole piuttosto rudimentali e fatiscenti, baracche, roulotte e container, vivono in condizioni igieniche assolutamente al di sotto di ogni ragionevole livello minimo accettabile. La comunità Rom è caratterizzata da un gran numero di minori che vive ai margini, con difficoltà dal punto di vista sanitario e soprattutto d’integrazione scolastica.
Come si vive al Borgo
La convivenza tra gli abitanti del borgo e gli ospiti del centro di accoglienza Al Karama è ormai ai ferri corti; dopo gli ultimi episodi di violenza e furti gli abitanti del borgo iniziano a farsi sentire. Una voce delle donne che da flebile è diventata frastuono: “Vogliamo che il programma specifico di quel centro di accoglienza sia attuato e mantenuto, non vogliamo più avere paura di
uscire di casa, non vogliamo più guardarci alle spalle per andare a buttare la spazzatura!”. “Andare a scuola per mia figlia è diventata un’avventura, il pulmino predisposto a tale spostamento è affollato dalle donne Rom di Al Karama, le quali hanno ormai ben superato l’età scolastica ma che si trovano ‘costrette’ ad usufruire di quel mezzo per spostarsi”. Una ragazza poco più che ventenne con le lacrime a gli occhi: “la sera quando rientro a casa dopo una serata con gli amici, ho il terrore che mi possa succedere qualcosa; mia madre mi aspetta sveglia e presidia l’entrata del portone, ma si può vivere così? Mio padre ha una carrozzeria e riceve costantemente minacce. Chi ci tutela a noi? L’arma da fuoco che riponiamo nell’armadio?”. La situazione è questa, un susseguirsi di storie, di paure, di angosce, tutte molto simili tra loro ma che non hanno nulla a che vedere con i sentimenti xenofobi e razzisti di cui alcune testate giornalistiche ignorantemente hanno riportato. “Se proprio vogliamo parlare d’intolleranza, ma è un termine che vista la situazione, spesso viene confuso, la possiamo legare ai comportamenti incivili di alcuni; sfido chiunque a vivere nella nostra situazione!”. Siamo rimaste colpite dalla forza di queste donne che con coraggio proteggono le loro tradizioni, la loro famiglia e la loro incolumità. “Con mio marito lavoriamo nei campi che abbiamo curato per decenni, proteggiamo la nostra terra e vedere come la stanno distruggendo, ci lacera il cuore; nessuno presidia il nostro territorio e nessuno ci tutela”. Dove sono le autorità? Hanno le mani legate anche loro? Aspettano che arrivi la vittima sacrificale? Ecco, queste donne non vogliono che si arrivi a così tanta violenza; “Gli ospiti del Centro hanno anche loro diritto ai servizi predisposti ma questi al momento non sono presenti. Il progetto d’integrazione non ha avuto seguito. Le condizioni igieniche in cui vivono sono drammatiche”. Vivere senza uno scopo è frustrante e nella sporcizia e miseria è alienante; tutto questo provoca disagio negli ospiti di Al Karama, i quali con molta facilità intraprendono la strada della malavita e della criminalità organizzata.
I Punti del Programma Al Karama
Tante le domande in merito al centro Al karama ma, poche e insoddisfacenti le risposte da parte delle autorità e delle istituzioni. Il famoso progetto d’integrazione prevede un coinvolgimento attivo degli ospiti del Centro riguardo la produttività del territorio in questione. E’ stato davvero effettuato o Al Karama è divenuto un semplice dormitorio svuota menti? Gli abitanti del borgo sono stanchi di avere paura, non vogliono assistere agli atti vandalici che si susseguono ormai da troppo tempo, denunciano la mancanza di controlli e minacciano le famose ronde notturne. Non solo, denunciano anche lo stato di degrado in cui vivono le donne e i bambini del centro. Il pericolo che nasca una “guerra fra poveri “ è
dietro l’angolo. Cosa chiedono gli abitanti e nel nostro caso specifico le donne intervistate del Borgo? Semplicemente che sia rispettato il progetto iniziale del Centro di accoglienza: verifica della reale capacità ricettiva della struttura; censimento dettagliato dei residenti ogni mese; smantellamento del sito attuale che non rispetta le norme igieniche e di sicurezza; verifica certa dei minori presenti nella struttura per gli obblighi scolastici; presidio fisso di Polizia e operatori sociali fino ad arrivare alla chiusura del centro. A giugno, data da definire, è previsto un Consiglio comunale finalizzato ad attuare il programma pocanzi delineato. Un programma che sarebbe dovuto già partire qualche anno fa e finanziato generosamente dalla Regione Lazio e dall’Unione Europea.
La lettera
Intanto le Donne del Borgo decidono di muoversi e preparano una lettera, indirizzata a tutte le istituzioni competenti, stanno già raccogliendo le firme e sono tante, più di trecento.
• Al Presidente del Consiglio Dr. Matteo Renzi
• Al Prefetto di Latina Ecc. A. D’Acunto
• Al Presidente della Regione Lazio Dr. Nicola Zingaretti
• Al Questore di Latina
• Dr. A. Intini
• Al Sindaco di Latina On. Giovanni Di Giorgi
OGGETTO: Richiesta d’attenzione e di udienza
Vista la preoccupante situazione in cui versano i Borghi di Bainsizza-Montello a causa dell’esasperazione per i furti, per il degrado, per il disagio che stiamo vivendo continuamente e che preoccupa seriamente, noi DONNE dei Borghi per l’incolumità dei nostri figli, mariti, fratelli e della gioventù locale a causa anche del tam tam mediatico che ci ha coinvolto, CHIEDIAMO una maggiore attenzione e impegno a risolvere le seguenti problematiche:
1. Mancanza di sicurezza (aumento di furti, aumento dei danni subiti a causa di tali furti sia personali che materiali, aumento delle paure);
2. Mancanza di rispetto della legalità perpetrata dai residenti del centro accoglienza denominato Al Karama e testimonianza dai recenti arresti;
3. Mancanza del rispetto delle condizioni igienico-sanitarie;
4. Mancanza di applicazione del Regolamento inserito nel Progetto relativo al Centro ed in vigore dal 2011 e che alleghiamo alla presente.
Borgo Bainsizza, 10/05/2014