Maiale Nero Lepino nobile ed antica cultura
Alla (ri)scoperta del maiale nero dei Monti Lepini e della sua nobile ed antica cultura. Sarà lui il protagonista del ciclo di serate dedicate a questa storica razza autoctona, via di mezzo tra il casertano e il siciliano. Presente nel comprensorio lepino già dal tardo Cinquecento fino agli anni Sessanta, oggi questo esemplare rischia l’estinzione. Il recupero e la tutela dell’originaria specie suina di colore scuro e la valorizzazione della tradizione norcina legata all’ecotipo nostrano, deve fare i conti con la diffusione di altre varietà più “consone” alle esigenze del mercato. Il maiale nero, infatti, ha una taglia più piccola, procrea meno suinetti che maturano in più tempo, è poco adatto all’allevamento intensivo ed ha una carne più grassa. Proprio la maggiore quantità di grasso rende i suoi prodotti unici e pregiati, più teneri e saporiti, di eccellente qualità.
L’iniziativa culinaria è stata organizzata in collaborazione con il “Il Melograno” di Maurizio Ricci, detto Pelé, unico allevatore corese, che ha sviluppato sul territorio un interessante progetto di ripopolamento e di filiera, su impulso di Raffaele Marchetti e della locale Condotta Slow Food. Un allevamento naturale allo stato semibrado con successiva trasformazione artigianale nel tipico prosciutto cotto al vino bianco di Cori, salsicce, guanciali, lonze, ventresche e lardi.
Una serie incontri di conoscenza e (ri)avvicinamento della comunità ad uno dei simboli del suo passato agreste, quando il maiale nero, carico di rituali e tra i principali ingredienti della cucina, era fondamentale per l’economia familiare e rurale. Appuntamento domani sera, venerdì 28 febbraio, alle ore 20.00, nell’ottocentesca Villa Maria Clementina, il rosso casale ai piedi di Cori, si replica il 7 marzo.