Parafilie o perversioni sessuali
Secondo il DSM IV-TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) le parafilie appartengono a una sottoclasse di disturbi sessuali che consistono in ricorrenti e intensi impulsi, fantasie o comportamenti sessuali che implicano oggetti, attività o situazioni inusuali che causano disagio, clinicamente significativo o compromissione, dell’area sociale, lavorativa, o di altre aree importanti del funzionamento. I comportamenti ricorrenti o intensamente eccitanti sessualmente possono riguardare, oggetti inanimati, la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner, bambini o altre persone non consenzienti. Le parafilie includono: esibizionismo, feticismo, frotteurismo, pedofilia, masochismo sessuale, sadismo sessuale, feticismo di travestimento, voyeurismo e la parafilia non altrimenti specificata. Le fantasie parafiliache per alcuni individui sono indispensabili per approdare ad una forma di eccitamento sessuale, senza pensieri e desideri parafiliaci queste persone non provano alcun tipo di eccitamento o di piacere sessuale. Vi sono altresì persone che utilizzano, fantasie e stimoli parafiliaci, solo in determinate situazioni come in forti periodi di stress, al di fuori dei quali i soggetti riescono a funzionare senza l’utilizzo di fantasie o stimoli parafiliaci. Nel caso in cui le parafilie sono agite su un soggetto non consenziente procurandogli lesioni, come nel caso del sadismo e della pedofilia, la persona che ha agito la perversione sessuale va incontro ad arresto e reclusione. Basti ricordare i reati sessuali nei confronti dei minori che sono puniti poiché causano lesioni fisiche e psicologiche su soggetti non consenzienti e minorenni. In altre situazioni le fantasie parafiliache possono provocare lesioni auto provocate, come nel caso del masochismo sessuale. I soggetti che utilizzano fantasie parafiliache sono di solito persone che hanno scarse relazioni sociali e sessuali giacché il loro comportamento sessuale può essere ritenuto vergognoso o ripugnante. I soggetti parafilici spesso soffrono di problemi associati alle loro perversioni quali ad esempio: senso di colpa, depressione, isolamento e di qui la compromissione nella propria vita sociale, anche dovuta all’esigenza di tenere nascosto il proprio disturbo. Per affrontare il problema è necessario ricorrere da un professionista il quale in prima battuta cercherà di fronteggiare il vissuto di vergogna che si vive in queste situazioni e di aiutare e sostenere psicologicamente il soggetto in questione. L’obiettivo sarà modificare per quanto possibile la percezione che il soggetto ha del suo problema e ciò può essere fatto sia individualmente che con una terapia di coppia.
di Arianna Recco – psicologa-psicoterapeuta – Cons. sessuologo