La psicologia del carnevale
a cura della dr.ssa Alessia Micoli
Siamo nel periodo più stravagante e suggestivo dell’anno: il periodo del Carnevale, conosciuto un tempo come “la festa dei pazzi”. Tramite il travestimento e le feste abbiamo la possibilità di abbandonarci alla piacevolezza della goliardia, come se tornassimo bambini. Circa l’origine del carnevale non si hanno delle fonti certe; infatti c’è chi fa risalire il termine a “car navalis”, il rito della nave sacra portata in processione su un carro o “carnes levare”, che significa togliere la carne oppure “carne vale” cioè carne, addio, per intendere il periodo di digiuno quaresimale che prepara alla santa pasqua nella religione cattolica. Nel Medioevo si racconta che il Re Carnevale garantisse un periodo di sospensione dalle normali attività, leggi e doveri, in nome dell’idea che almeno una volta all’anno fosse concesso trasgredire e uscir fuori di senno; motivo per il quale era conosciuta anche come “festum stultorum”, letteralmente festa dei pazzi, a sottolineare che quel periodo dell’anno in cui era “giustificato” staccare un po’ la spina dal lavoro e dalle incombenze quotidiane. Vi è la scelta della maschera e del fare tanti scherzi, ricordiamo il detto “a carnevale ogni scherzo vale”. La scelta della maschera ha un significato che non è solamente simbolico ma anche psicologico in quanto ognuno di noi, inconsciamente, tende a preferire quella che rispecchia di più le sue emozioni, le proprie tendenze, i valori, le caratteristiche. La maschera, che si presume nasconda il vero volto del soggetto, faccia anzi apparire, agli occhi di tutti, quello che egli porta realmente in sé stesso. Jung, il padre della psicologia analitica, ci ha spiegato che il Carnevale può essere un modo per riuscire a riequilibrare ed integrare il nostro lato “Ombra”; tutti noi nascondiamo, nel profondo, delle parti che tendiamo a rifiutare o che sono socialmente “inammissibili”. Queste parti, denominate da Jung “parti ombra o rimosse”, tendono a tirare fuori nei periodi meno opportuni della vita, magari ostacolandoci il cammino o facendo emergere sintomi e difficoltà di vario genere. Il Carnevale quindi rappresenta una maniera condivisa, per poter dar voce alle nostre nostri parti nascoste, tramite l’utilizzo di maschere, mascherine, costumi e comportamenti trasgressivi.