Carlo Gremo e il suo sogno

Carlo Gremo e il suo sogno
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E’ cresciuto ascoltando Rino Gaetano, Vasco Rossi Luca Carboni e molti altri grandi artisti italiani, così la sua passione per la musica è aumentata nel corso degli anni. E’ romano Carlo Gremo, dell ’86, sin da piccolo oltre alla scrittura di poesie e brevi testi, impara, come autodidatta, a suonare la chitarra, a 17 anni comincia a scrivere le prime canzoni.

Il primo intento era di sicuro quello di soddisfare il suo bisogno di scrivere anche perché, le sue canzoni rimangono chiuse nel cassetto per numerosi anni ed escono solo dopo l’incontro con il chitarrista Gianluca Bramante con il quale inizia un’intensa collaborazione. Il cantautore Carlo Gremo comincia così ad esibirsi in acustico, chitarra e voce, nei piccoli pub romani proponendo cover del panorama rock italiano e qualcuno dei suoi brani. Dopo un periodo da solista decide di farsi affiancare da una band che lo supporta nei live che proporrà in versione elettrica. Nascono cosi “Carlo Gremo e I Loud Garage” al secolo: Stefano Carrella, Gianluca Guarino, Gianluca Bramante, Valerio Cerroni e Simone Rinaldi. Gremo, nell’ultimo anno, deve la sua crescita artistica, all’incontro con Matteo Gabbianelli (voce dei Kutso) con lui ha intrapreso una collaborazione per arrangiamenti dei nuovi brani. Dal sodalizio, nello studio Kutso Noise Home di Marino, ad aprile nascono i due singoli “Agitazione” e “Ma sono un eroe”.Nello stesso periodo, nella formazione della band che supporta Carlo durante i Live, avviene un interessante cambio di line up; iniziano diverse collaborazioni con i chitarristi Massimo Pariboni e Giacomo Iraci, il bassista Francesco Meconi e il batterista Valerio Torcasio. Protagonista di numerosi contest, in prestigiosi locali capitolini e artista d’apertura di numerosi importanti concerti, Gremo propone un pop-rock italiano che svela un mix tra rabbia e dolcezza, canzoni dirette, dettate dall’istinto, descrive amori, sogni e disagi quotidiani. Cos’è per te la musica, lavoro, passione, amore? E’ tutto, è il mio respiro, l’ascolto da sempre. E’ un amore passionale, lo considero un lavoro per la serietà con cui la prendo anche se purtroppo per me, come per la maggior parte delle giovani realtà musicali che decidono di fare musica inedita non è ancora possibile far diventare la musica, il lavoro principale, ma va bene cosi. Quali sono le esperienze che ti hanno segnato musicalmente? Molte, ma confido in quelle che farò, sono all’inizio di questo percorso. Sicuramente però, il mio primo live, la prima volta che mi esibivo in pubblico: chitarra e voce di fronte a una trentina di persone, panico totale, ma mi ha “sbloccato”. Pensandoci, il più traumatico ma fondamentale è stato quando mi sono esibito a Stazione Birra, una piccola apertura che feci a un gruppo molto più importante di me, di fronte a più di 200 persone. E’ un’esibizione che a distanza di un anno non reputo proprio positiva, però mi ha dato una bella scossa e da li sono cambiate molte cose, sono cambiato io. Che cosa pensi di dover ancora imparare? Molto, così come nella vita, non si smette mai di imparare. A livello tecnico tante cose, infatti, sto studiando per questo, ma forse devo imparare a vivere il mondo musicale in maniera più tranquilla, nel senso che sono molto, forse troppo autocritico, anche quando scrivo qualche pezzo nuovo, ho bisogno che lo ascoltino sempre più persone perché non sono mai soddisfatto. Quali sono l’esperienza che vorresti aggiungere al tuo curriculum artistico? Sanremo perché credo sia l’unica manifestazione canora che esista in Italia. Purtroppo è una manifestazione in cui è difficile entrare per un emergente, però sognando. Invece, ad occhi aperti vorrei suonare il più possibile, ovunque e comunque, in qualsiasi locale o cantina, perché credo la vera gavetta sia quella e spero di farne tanta.

Official Fan Page FB: https://www.facebook.com/CarloGremoOfficial

 


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