Come sopravvivere ai figli adolescenti
a cura della Dr. ssa Alessia Micoli, Psicologa – Criminologa
L’adolescenza, quel periodo denominato “seconda nascita”, non riguarda solo i ragazzi e le ragazze, ma anche tutto il sistema familiare che li circonda. Le ricerche dimostrano che il periodo della vita familiare in cui un figlio diviene adolescente è il periodo molto complesso poiché prevede una ricontrattazione del ruolo di tutti i componenti del nucleo familiare, in quanto prevede il processo di “separazione- individuazione” in cui il distacco psicologico dalle figure genitoriali è indispensabile ma a volte molto travagliato e difficile da mettere in atto. L’adolescente, spesso insofferente nei confronti dei genitori, vive ed innesca dei conflitti inerenti il rapporto con la propria immagine infantile dalla quale vuole allontanarsi, mentre cerca di affermare la propria individualità. I genitori vengono visti come i depositari di
quell’immagine infantile, inoltre sono chiamati a porre dei limiti alle richieste del figlio, proteggendone la crescita, tutelando il legame familiare e spesso le richieste che venivano effettuate ai genitori vengono trasferite sulla “famiglia alternativa”, ovvero la categoria degli amici, dei coetanei. L’adolescente ha la necessità di avere, da parte dei propri genitori, un atteggiamento di “protezione flessibile”, che riesca a sostenere i comportamenti di emancipazione e allo stesso tempo accolga il bisogno e la richiesta di aiuto e di comprensione. Rinunciare all’idea che il figlio non è più un bambino è un’istanza difficile, a volte dolorosa. La relazione tra madre e figlio adolescente è caratterizzata da frustrazione causati dagli strappi che il figlio è costretto a dare per riuscire a svincolarsi dalla dipendenza da questa figura. Il ruolo a cui è chiamato il padre va in una direzione opposta rispetto al ruolo della madre in quanto a lui è chiesto di essere più presente nel sostenere il figlio nella presa di distanza dalla madre e favorire il medesimo nell’esplorazione del mondo extrafamiliare, da un lato rassicurando la madre cercando di placare le ansie e dall’altro cercando di comprendere lo sforzo del figlio verso la conquista dell’autonomia.