Resilienza al tempo del Covid19
A cura della Dr. ssa Alessia Micoli – Psicologa, Criminologa
La “costrizione all’isolamento” in casa a causa dell’emergenza del Covid19 può arrivare a creare delle conseguenze su alcuni soggetti fragili psicologicamente, creando disturbi di varia natura, da quello minimo quale la semplice irritabilità a qualcosa di più ampio, come la depressione.
La nuova routine può creare delle difficoltà nella capacità di adattamento ed a molti può scompaginare l’equilibrio psico- affettivo, può arrecare danno all’obiettività della persona, può generare un nervosismo immotivato. La prima sfera che viene toccata, quando vi è
una fragilità latente, è la modificazione della strutturazione dei meccanismi psicologici. Il primo scompenso è l’alterare la percezione di ciò che sta avvenendo, la percezione è quel meccanismo con il quale catturiamo la realtà fattuale, rielaboriamo delle informazioni sensoriali e ricostruiamo la realtà, con una correzione dei dati percettivi. Il non riuscire a mantenere la lucidità, non razionalizzare più ciò che si sta vivendo è il segnale di un campanello di allarme che non si deve baipassare in quanto significa che vi è un corto circuito e bisogna assolutamente ricorrere a provvedimenti. Fondamentale tenere attivata la resilienza, la capacità di riuscire a reagire positivamente alle avversità, riuscendo ad accettare anche le situazioni sfavorevoli senza abbattersi, questa caratteristica è differente da persona a persona. Per mantenerla attivata non si deve mai abbassare la soglia dell’autostima, migliorando la concezione di sé, potenziando sempre l’empatia, promuovendo una migliore comunicazione sia in casa che nei rapporti amicali. Si deve riuscire a trasformare l’evento negativo in una fonte di apprendimento che consente di poter acquisire delle competenze utili per migliorare la propria vita. Resilienza è anche la capacità di autoripararsi dopo un danno. L’individuo deve interpretare questo momento come una sfida da cui ne deve uscire vittorioso.