Arriva sulle tavole il Pan Natale ispirato alle parole di Papa Francesco
Il Gruppo Giovani Panificatori Farchioni sceglie l’Umbria per presentare al pubblico il Pan Natale, dedicato quest’anno alla pace e alla fratellanza tra i popoli. Ispirato alle parole di Papa Francesco, sarà realizzato a otto spicchi con farine ricavate da grani autoctoni macinati a pietra, semi, noci e uvetta. Profondo il significato della forma e degli ingredienti a rappresentare la condivisione della tavola in un universo (i semi), che seppur fragile, ha un’anima (i gherigli di noce), feconda di quiete e di pace (l’uvetta).
In vendita dal prossimo 8 dicembre, il ricavato del Pan Natale servirà a sostenere opere caritatevoli per giovani in difficoltà. Tra le nuove varietà di pani presentate anche il Pane integrale all’acqua pazza e il Bauletto al Sagrantino, in omaggio ai
riconoscimenti raggiunti nelle guide enologiche dal celebre vitigno umbro. Occasione dell’evento la giornata di alta formazione sui metodi di lievitazione e lavorazione del pane ospitata dallo storico Mulino Farchioni, a Bastardo (PG), con due relatori d’eccezione: la storica dell’alimentazione June Di Schino e l’agronomo nonché docente di scienze della nutrizione Giuseppe Nocca, che hanno raccontato e spiegato di come questo alimento antico quanto l’uomo, testimone di culture e identità, da semplice fonte di sostentamento sia divenuto nel tempo vero e proprio protagonista del banchetto. A dare sfogo alle nuove interpretazioni i maestri del Gruppo Giovani Panificatori composto dai romani Adriano Albanesi, Mario Maurizi,
Diego Eremo, Antonio Mancini e dal partenopeo Salvatore Improta. Due I metodi di lavorazione a confronto: la lievitazione per autolisi (lievitazione senza lievito) e il poolish o lievito liquido. Ad essere messi in mostra grani, modalità di macinazione, forme e metodi di cottura connessi a territori e tradizioni che hanno declinato l’arte bianca in tutte le sue sfaccettature. Fondamentali per il patron dell’omonimo marchio Pompeo Farchioni e Paolo Montalto, fondatore e portavoce del Gruppo Giovani, la salvaguardia del suolo, la qualità delle sementi impiantate, i contratti di filiera e metodi eco-compatibili tali da garantire valore alle produzioni, ricambio generazionale e innovazione. Un’esigenza crescente dettata non solo da un problema etico, ma anche dalla crescente attenzione alla qualità del cibo, alla provenienza delle materie prime e al food design che ha portato il consumatore a voler sapere di grani antichi e moderni, lievitazioni lente e filiere tracciate